Tra World Music e tradizione italiana. La figura di Pino Daniele è stata una delle più innovative a cavallo degli anni 70 e 80, capace d’incrociare stili e musicalità apparentemente molto diverse tra loro. L’anima partenopea… Altro
Teatro “Massimo” gremito di pubblico ha fatto da cornice al concerto dei Pooh, nel quale hanno presentato il nuovo album “Dove comincia il sole”
Non se la scorderanno facilmente la serata di ieri, i circa mille fans che hanno gremito il Teatro “Massimo” di Pescara per concedersi tre ore di trascinante musica in compagnia dei Pooh. La band italiana più lonegeva in assoluto, con i suoi 45 anni ininterrotti di carriera alle spalle, negli ultimi mesi sta girando i palazzetti dello sport e i teatri italiani, presentando “Dove comincia il sole”: un album che segnerà un nuovo inizio per la loro carriera, passando alla storia come il primo pubblicato dopo l’uscita dal gruppo dello storico batterista Stefano D’Orazio, nel 2009, dopo aver fatto parte del gruppo per 38 anni.
Così i tre indomabili “superstiti”, Roby Facchinetti alle tastiere, Dodi Battaglia alla chitarra elettrica e Red Canzian al
basso, si sono presentati davanti al pubblico pescarese con un’inedita formazione a sei che, oltre ai tre Pooh storici, ha visto salire sul palco anche Danilo Ballo, alle seconde tastiere, Ludovico Vagnone, alla seconda chitarra e Phil Mer, un giovane batterista ventottenne fra l’altro figliastro di Red, che dopo aver suonato con Pino Daniele, Patty Pravo e Malika Ayane, si è unito ai Pooh, esibendosi in grandi virtuosismi musicali, avendo anche collaborato direttamente alla lavorazione del nuovo disco, comunque inciso dal più navigato collega Steve Ferrone, batterista anglo-americano noto per aver suonato con mostri sacri della musica internazionale come Eric Clapton e i Duran Duran.
È stata caldissima l’accoglienza riservata agli artisti dal pubblico pescarese che iniziando da “Dove comincia il sole”, la suite di 11 minuti che ha aperto il concerto, fino alla conclusione con la mitica “Pensiero”, hanno premiato con una serie di standing ovation i Pooh che hanno suonato con l’entusiasmo degli esordi, quasi bloccando il tempo che, per loro, sembra non passare mai:«Abbiamo tanti ricordi di Pescara – ha esordito Roby Faccchinetti – fin dai tempi in cui suonavamo alle Naiadi, allo stadio o in questo stesso teatro, suonando davanti ad un pubblico che ci ha sempre sostenuto». I Pooh, ieri sera, hanno suonato e cantato, nuovi brani e altri ormai facenti parte della storia, carichi di quell’energia che li ha portati a produrre un album con quegli arrangiamenti rock sinfonici che ha riportato la band a riproporre le grandi sonorità degli anni ’70.
E un ulteriore segno del loro inesauribile entusiasmo, si evince dalla voglia di togliersi altri soddisfazioni:«Qualcuno ci dava per spacciati – ha osservato Dodi Battaglia, con ironia, tra una canzone e l’altra – e invece siamo qui con questo grande disco e tanti altri sogni ancora da realizzare, diciamo per i prossimi 30, 40, 50 anni!». Insomma, quello di ieri sera è stato un concerto suonato, un live intenso che ha riproposto grandi pezzi del passato mai più eseguiti da decenni, come “Il tempo, una donna, la città” scritta nel 1975, o altri pezzi comunque entrati nella storia rivisti in chiave più rock, come l’eterna “Giorni Infiniti”.
Ma il pubblico dei Pooh, famoso per la sua eterogeneità, mettendo assieme nonni e nipoti passando per i genitori, si è scatenato soprattutto nel finale cantando a squarciagola i pezzi storici, “Tanta voglia di lei”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Dammi solo un minuto”, invitati dai Pooh con quell’inimitabile “Adesso andate avanti voi”, lasciando in massa il posto a sedere e andando fin sotto il palco, quasi volendo salire con loro. E la band non si tira indietro andando a stringere mani anche durante la performance musicale, quasi a voler abbracciare uno ad uno gli spettatori.
A questo punto viene quindi da chiedersi quale sia l’alchimia, quel legame indescrivibile che unisce lo spettatore ai Pooh, che sa tanto del ritrovarsi “in famiglia”, del conoscersi da sempre anche se in realtà, di persona, non ci si conosce affatto. Basta uno sguardo, un saluto, non servono nomi e cognomi: è la musica dei Pooh a far parlare e ad unire le vicende umane di artisti e spettatori. Ma ancora non basta per capire: da dove arriva quell’ispirazione che dal 1966, attraverso i decenni, ha portato la storica band a raccontare in musica storie ed emozioni, di donne e uomini comuni, sempre aderenti alla realtà?
Piccole grandi storie di vita quotidiana che ognuno di noi potrebbe “incollare” sulla propria esistenza, sentendo addosso la “pelle d’oca” ogni qualvolta i Pooh le ricantano, con la stessa passione, anche a distanza di anni. Forse una prima risposta la diede, qualche anno fa, una nota rivista italiana che titolò, scherzando sulla resistenza del gruppo, “Dio è ovunque, ma i Pooh ci hanno già suonato”. Una risposta che si avvicina a quella veritiera, fornita dai Pooh stessi: «La musica – riflette Red Canzian – è un qualcosa di indescrivibile. Non la puoi toccare o definire, ma è un qualcosa di intenso, che ti prende dentro. Per spiegarla potremmo dire che “la musica è Dio che sorride all’uomo”».
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Cantautori italiani che hanno fatto la storia della musica italiana. Ecco la top classifica dei 20 cantautori italiani di tutti i tempi, con alcuni dei loro singoli più famosi. E’ stata una selezione non facile, può capitare infatti, che alcuni big della musica italiana siano stati lasciati fuori da questa nostra speciale classifica. Una selezione dei cantautori italiani del passato, tra i più ricercati ed amati sul web. Si tratta di cantanti che emozioneranno i nostalgici e gli amanti della musica italiana di una volta, che non si identificano con le varie canzoni di oggi troppo commerciali e incentrate sulle tendenze del momento. Lista aggiornata al 26 ottobre 2013. Ogni mese selezioni e classifiche aggiornate per i vostri gusti e per aggiornare le vostre playlist personali, dando rilievo ad ogni genere musicale.Cliccate sul nome della canzone per visionare il video musicale – su youtube – ed ascoltare il brano dell’artista o del gruppo. Se avete richieste particolari non esitate a contattarci, anche tramite commenti o compilando il form nella pagina contatti. Buon ascolto e buona condivisione!
Ecco la classifica dei migliori 20 cantautori italiani:
Trovate tutti i testi e gli accordi dei cantautori a questa pagina.
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- Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu
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- Francesco Guccini – L’ultima volta
- Domenico Modugno – Nel blu dipinto di blu
- Adriano Celentano – L’emozione non ha voce
- I Pooh – Tanta voglia di lei
- Francesco De Gregori – Generale
- Massimo Ranieri – Perdere l’amore
- Paolo Conte – Vieni via con me
- Mina – Amor mio
- Lucio Battisti – Con il nastro rosa
- Ivano Fossati – Il Bacio Sulla Bocca
- Roberto Vecchioni – Sogna ragazzo sogna
- Edoardo Bennato – L’isola che non c’è
- Claudio Baglioni – La vita è adesso
- Amedeo Minghi – La Vita Mia
- Nicola di Bari – Paese
- Sergio Cammariere – Ogni cosa di me
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Dieci anni senza Michael Jackson: nessun omaggio
I grandi Network americani non hanno nulla in programma, si parla di un musical a Broadway per l’anno prossimo ma si dice che la produzione sia in difficoltà
Marlon Brando, spunta testimonianza: «Mi convinsi della pedofilia di Michael Jackson»
Il documento inedito risale al 1994
Una inedita testimonianza giurata rilasciata nel 1994 da Marlon Brando sembra confermare che Michael Jackson fosse un pedofilo. Lo rivela il Los Angeles Times, scrivendo che il documento verrà rivelato nell’episodio finale di un podcast realizzato da Brandon Ogbor, ‘Telephone Stories: The Trials of Michael Jackson’, in programma da domenica sul sito Luminary.
Brando parlò volontariamente e candidamente con i magistrati di Jackosn nel 1994, quando la popstar era sotto indagine per presunte molestie ad un ragazzino. Fu convocato dalla procura di Los Angeles, che era venuta a sapere della «relazione speciale” tra il cantante e la star del cinema, il cui figlio Miko faceva da autista a Jackson. Pare che quest’ultimo insegnasse a danzare a Brando, che in cambio gli dava lezioni di recitazione.
Nella testimonianza l’attore rivela dettagli di una cena avuta con la popstar nella sua lussuosa magione a Neverland Ranch, confessando agli inquirenti che all’inizio aveva pensato che Jackson fosse gay ma che in seguito era «molto ragionevole concludere che poteva aver avuto qualcosa a che fare con quei ragazzini».
Ogbor ha verificato l’autenticità della deposizione con Lauren Weis, uno dei due procuratori che indagarono sul cantante. «Se Brando fosse vivo probabilmente vorrebbe che fosse cancellato», ha commentato.
Durante la cena Brando si spinge nel mondo intimo del cantante, arrivando a chiedergli del suo rapporto con il padre, delle sue inclinazioni sessuali, dei suoi interessi per quei tanti giovani che l’attore incrocia nei sentieri di Neverland. “Stavamo parlando – si legge nella testimonianza – delle emozioni umane e di dove esse arrivino. Gli chiesi se fosse ancora vergine e cominciò a sghignazzare e ad arrossire, mi disse solo: ‘oh, Brandò. E allora insistetti: ‘Dunque, come fai con il sesso?’; arrossì e si imbarazzò moltissimo». Brando racconta di aver chiesto a Jackson se si masturbasse e con gli investigatori aggiunge che «Michael vive in un mondo completamente diverso, non vive emozioni reali». Aggiunge l’attore: «Mi ha detto che odia suo padre ed è scoppiato in lacrime. Per questo non ho insistito, ho proseguito in punta di piedi, ho capito che viveva una vita difficile, nell’isola che non c’è, impossibile per un 35enne, specialmente se ha a che fare con lo show business». Brando chiede poi chi siano i suoi amici e Jacko risponde «Non conosco e non mi piace nessuno della mia età’».
«Perché?» gli chiede Brando. «Non lo so, non lo so” risponde Jacko piangendo forte. E’ a questo punto che Brando confida agli investigatori che originariamente era convinto che Michael fosse gay ma che dopo quella cena si persuase che poteva avere avuto qualcosa a che fare con quei ragazzini che si vedevano a Neverland.
Jackson, che morì nel 2009 e oggi avrebbe avuto 61 anni, è stato indagato per due volte per molestie contro i minori. La prima volta non è stato processato; la seconda, nel 2005, andò a processo ma venne prosciolto da tutte le accuse.
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la chitarra elettrica
La chitarra elettrica è uno strumento che fa parte dell’ordine dei cordofoni, ovvero tutti quegli strumenti musicali che attraverso la vibrazione delle proprie corde producono un suono. Questo strumento, a differenza delle altre chitarre che possiedono una cassa armonica, è costituito da un corpo solido e a causa della tensione prodotta dalle corde in metallo possiede un manico rinforzato da un’intelaiatura solitamente in acciaio.
La chitarra elettrica, non avendo la cassa armonica, sviluppa un suono molto debole per cui allo strumento è stato aggiunto un pick-up che ha la funzione di trasformare le vibrazioni delle corde in segnali elettrici. Questi vengono poi amplificati da un amplificatore collegato alla chitarra.
Questi strumenti musicali nacquero dalla richiesta di una chitarra in grado di suonare con altri strumenti senza essere sovrastata dal loro volume come nei gruppi jazz e blues.
La prima chitarra elettrica (chiamata frying pan guitar) fu costruita da Adolf Rickenbacker utilizzando dei pick-up creati da lui stesso e poi applicati ad una chitarra hawaiana, facendola diventare in tal modo la prima chitarra elettrica.
Le prime e vere proprie chitarre elettriche furono commercializzate dalla Gibson Guitar Corporation negli anni ’30, con la produzione della ES 150. La Gibson produsse, e tuttora produce, molti altri modelli di chitarra: i più famosi sono la Les Paul, la SG, la Flying V e l’Explorer, tutti utilizzati dai migliori chitarristi come Jimmy Page e Frank Zappa. Questi chitarristi dopo i primi anni sessanta hanno utilizzato solamente le chitarre Gibson perchè, secondo la loro opinione, rispecchiano al meglio il loro stile musicale.
Oltre alla Gibson nacquero molte altre numerose società produttrici di chitarre come la Fender (principale concorrente della Gibson). La Fender fece la sua comparsa grazie al suo primo modello di chitarra elettrica prodotto in serie, la Broadcaster, poi chiamata Telecaster; oltre a queste chitarre sono stati creati successivamente molti altri modelli di grande successo come la Stratocaster e la Jaguar. Il modello della Sratocaster fu largamente impiegato dal chitarrista statunitense Jimi Hendrix anche se utilizzò dei modelli della Gibson come la Flying V, la Les Paul e la SG.
Grazie a questi strumenti si formarono numerosi gruppi come i Led Zeppelin, i Deep Purple e i Black Sabbath che sono tuttora considerati i principali fondatori dell’hard rock e dell’heavy metal, tutti generi musicali molto differenti dal jazz e dal blues.
Oltre alla Gibson ed alla Fender ci sono state altre società costruttrici di chitarre come la Epiphone (società ora acquistata della Gibson) e l’Ibanez.
Grazie ai vari generi musicali oggi giorno è possibile osservare moltissimi tipi di chitarra elettrica che partono dallo stile più classico del rock anni sessanta fino agli stili dei giorni nostri.
Me lo ricordo ancora, mi ricordo la faccia che ha fatto mio padre quando gli ho detto quanto costava la Les Paul che era nella vetrina di un negozio musicale della mia città. Era fantastica, finitura cherry sunburst, la guardavo da qualche settimana e costava veramente tanto. Ma ero intenzionato ad averla, e per farlo avrei detto e fatto qualsiasi cosa. Quel pomeriggio, dopo averci suonato una samba (ommioddio!) per accontentare le orecchie paterne, uscii dal negozio con la custodia marrone piena di storia della musica. Si, la storia della chitarra passa da legni, ferro, elettronica, e soprattutto dall’inventiva di Ted McCarty e del chitarrista jazz Les Paul.
A distanza di tanto tempo l’ho riscoperta esattamente dove l’avevo lasciata: eroica ed orgogliosa sul suo piedistallo, lucida e pronta a farmi sognare di nuovo con i suoi toni brillanti ma caldi.
Un Les Paul o una Les Paul?
Maschio o femmina? In trent’anni l’ho sentita chiamare in tutti i modi possibili. Partendo da chi ignora completamente le origini del nome Les Paul (all’anagrafe Lester William Polfus – in arte Les(-ter) Paul) e che la chiama lespaul letto all’italiana, si arriva facilmente a chi pensa che paul sia l’abbreviazione di Paullo. A me piace pensare che sia un po’ francese e quindi la mia è una lepol… Sull’articolo indeterminativo ci sono solo due possibilità ed io so solo che la mia è femmina. Di quelle degli altri non mi interessa. Io dico “La mia lepol”, e ne sono convinto dalle sue forme sinuose e sensuali. Ho sentito da qualche parte che la chitarra rock è assimilabile ad un enorme simbolo fallico: ciò sarà vero per le altre chitarre, la Les Paul è una signorina elegante ed altezzosa. Si fa riconoscere sia quando la si sente cantare sia quando la si vede in giro.
Grazie a Dio c’è internet!
A 16 anni ho tenuto il catalogo Gibson che ero riuscito a trovare nella mia città come se fosse l’unica copia rimasta della Bibbia. Era un volantino di 10 pagine con tutte le chitarre che Gibson fabbricava a quei tempi. Oggi ho scoperto un mondo completamente nuovo, in cui la rete, come in molti altri casi, fa da catalizzatore per un’attività che ne trae estremi benefici.
Sono rimasto entusiasta del sito ufficiale di Gibson, ben realizzato, con un design elegante -dominante testo scuro su sfondo chiaro, in cui le chitarre sono protagoniste con fotografie ambientate e di particolari. È facile da usare e sempre aggiornato. Mi è piaciuta molto l’impostazione a metà tra un blog e Wikipedia della sezione LifeStyle, in cui si trovano articoli fantastici che avvicinano la realtà industriale dell’azienda alla sua utenza. Gli articoli sul “com’è fatto” sono molto utili e c’è molto da capire grazie ad essi. Si vedono le chitarre attraversare il processo produttivo dal pezzo di legno allo strumento finito.
Le chitarre elettriche
La chitarra elettrica è uno strumento musicale che potremmo definire “magico” per le emozioni e l’intensità che trasmette. Chi di noi non ha mai sognato di possederne una? Alcuni addirittura le collezionano.
Tecnicamente parlando, in realtà la magia lascia il posto alla scienza: a tutti gli effetti si tratta di uno strumento musicale dotato di corde metalliche, le cui vibrazioni, quando generate, modificano il campo elettromagnetico di uno o più pickup che ne catturano il segnale e lo trasmettono ad un amplificatore.
La nascita della chitarra elettrica è dovuta alle mutate esigenze di volume che si ebbero con la diffusione delle orchestre blues e jazz: la chitarra acustica era dotata di un volume troppo basso e veniva sovrastata dagli altri strumenti del gruppo, in particolare dalle trombe e dalla batteria.
Il primo che cercò di ovviare a tali problemi fu Adolph Rickenbacker, che nel 1931, grazie anche all’aiuto di Beauchamp, realizzò il primo pickup magnetico e lo inserì all’interno di una chitarra hawaiana, poi chiamata frying pan per via della forma.
Poi nel 1935 Gibson introdusse il modello ES-150, una chitarra elettrica dotata di un solo pickup che conseguì un notevole successo.
Circa dieci anni dopo, Paul Bigsby costruì una chitarra estremamente innovativa che non si discosterà troppo dagli esemplari successivi: il body era a spalla mancante, facilitando l’accesso ai tasti più alti, le meccaniche furono poste su un solo lato della paletta, il ponte fu dotato di una leva bilanciata da una molla (ponte tremolo); inoltre da allora la chitarra inizia a essere una vera solid body, vale a dire una chitarra con cassa piena. L’ultimo accorgimento aiutò molto a ridurre le interferenze che rendevano difficile ottenere un suono gradevole dallo strumento amplificato.
Una vera svolta si ebbe nel 1948 quando Leo Fender costruì la Broadcaster, una chitarra con due pickup singoli e body in legno massiccio, utilizzando per questo un design più leggero e innovativo.
Negli anni seguenti vengono realizzate due delle chitarre icona della musica rock: la Fender Stratocaster e la Gibson Les Paul. Completamente diverse come concezione (ponte fisso/tremolo, pickup a bobina singola o doppia…), quelle chitarre sono prodotte ancora oggi con pochissimi miglioramenti rispetto al progetto originario e sono state prese a modello da molti altri produttori per i propri strumenti.
Oggi le chitarre elettriche si dividono in due categorie principali: solid-body e hollow-body. Il primo tipo, più diffuso, è privo di cassa di risonanza e può avere, a livello costruttivo, tre diversi tipi di manico: incollato al body (set-in), avvitato al body (bolt-on) o che attraversa il body (neck-tru).
Le chitarre hollow-body, o semiacustiche, dispongono invece di una cassa di risonanza con fori a F posti ai lati del corpo. La diversa quantità di legno rende difficile amplificare in maniera soddisfacente tali strumenti che quindi hanno sonorità più dolci. L’evoluzione delle chitarre hollow-body ha portato alla creazione delle cosiddette semi-hollow, strumenti con due casse laterali di piccole dimensioni e parte centrale piena.
I ponti delle chitarre elettriche possono essere fissi o mobili. Tra i ponti mobili, che consentono cioè di variare la tensione delle corde tramite l’utilizzo di una leva bilanciata da molle poste nel vano posteriore della chitarra, i più famosi sono i ponti Fender-style e Floyd Rose (o simili).
La chitarra l’arte nel progresso
Chitarra | |||||
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Diversi tipi di chitarre (da sinistra: resofonica, classica, elettrica, folk). Ci sono anche: al centro un dulcimer e, poggiati in orizzontale, una Keytar ed un mandolino |
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Informazioni generali | |||||
Origine | Europa | ||||
Invenzione | XVIII secolo | ||||
Classificazione | 321.322Cordofoni composti, con corde parallele alla cassa armonica, a pizzico | ||||
Famiglia | Liuti a manico lungo | ||||
Uso | |||||
Musica medievaleMusica rinascimentale
Musica jazz e black music |
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Estensione | |||||
Genealogia | |||||
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Ascolto | |||||
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La chitarra è uno strumento musicale cordofono, che viene suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un plettro.
Indice
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Storia[modifica | modifica wikitesto]
La chitarra non ha origine dal liuto, ma dalla chitarra barocca. Dalla seconda metà del ‘700 fino alla metà del ‘800, con i progetti e le innovazioni apportate in Spagna da Antonio de Torres, si ha la nascita del prototipo della chitarra classica moderna[1].
La conseguente diminuzione della sonorità, data dal fatto che si passa a sei corde semplici dalle dieci (cioè 5 corde doppie chiamate cori) o dodici corde ( 6 corde doppie) in uso sulla chitarra barocca, fu compensata dall’allargamento della cassa e dall’apertura completa della buca in mezzo alla tavola armonica[2].
La chitarra a sei corde sostituì la chitarra barocca perché più facile da maneggiare e suonare e con una struttura più robusta. Questo passaggio dalla chitarra barocca a quella moderna può essere paragonato al sostituzione della viola da gamba con il violoncello[3].
Le prime chitarre a sei corde[modifica | modifica wikitesto]
Alla fine del XVIII secolo i liutai napoletani furono i primi a produrre chitarre a sei corde: erano di dimensioni piuttosto ridotte, costruite in acero o legni da frutto. La chitarra napoletana più antica che conosciamo è del 1764 di Antonio Vinaccia. Lo strumento è interessante perché presenta quasi tutte le caratteristiche della chitarra moderna.[Nota 1]
« Nell’Ottocento, l’arte della liuteria chitarristica aveva raggiunto, in Italia, un altissimo grado di raffinatezza: i Fabricatore[Nota 2] avevano autorevolmente guidato a Napoli la transizione tra gli strumenti settecenteschi e quelli nuovi, a sei corde semplici, e i Guadagnini avevano acquisito, con la loro dinastia, in quel di Torino, un meritato prestigio[4]. » |
(Angelo Gilardino) |
Subito dopo anche in Spagna la chitarra a 6 corde comincio’ ad affermarsi soprattutto a Malaga e Siviglia.[Nota 3] Anche in francia, verso il 1820, fiorisce questa caratteristica grazie al liutaio Renѐ François Lacôte molto apprezzato da famosi chitarristi del suo tempo: Fernando Sor e Ferdinando Carulli. A Cremona, Carlo Bergonzi, attivo dal 1780–1820, costruisce alcune interessanti chitarre a 6 corde.[5].[Nota 4]
L’innovazione di Antonio de Torres Jurado[ | ]
I primi strumenti costruiti da Antonio de Torres arrivati a noi sono del 1854 e hanno già tutte le caratteristiche della chitarra classica moderna.
De Torres fu il primo a concentrare la propria attenzione sulla tavola armonica, aumentandone la superficie e disponendo il ponticello nel punto di massima larghezza. Dispose tre catene trasversali, due sopra e una sotto la buca; nella parte sotto il ponte si trovano sette raggi simmetrici disposti a ventaglio. Nel 1862 costruì una chitarra con fasce e fondo di cartone per dimostrare le sue tesi sull’importanza della tavola armonica e dall’incatenatura. Torres fissò le misure moderne del manico e della tastiera e la forma del ponte[6].
Christian Frederik Martin e la Chitarra Folk
Christian Frederik Martin, liutaio tedesco, dopo aver imparato l’arte della liuteria presso la bottega della grande famiglia di liutai Staufer a Vienna, si trasferì a New York e costui nel 1833 le prime chitarre acustiche, strutturate secondo il modello Legnani di Staufer e con corde di budello[7]. Nel 1920 la liuteria Martin (con la nuova aziende a Nazareth, Pennsylvania avviata nel 1838) cominciò a costruire chitarre con corde in acciaio, grazie alla forte richiesta dei musicisti Country. Questo aumento di tensione, dato dalle corde in acciaio, portò forti adeguamenti alla struttura della cassa, adattando la speciale incatenatura della tavola ad “X” già sviluppata da Martin verso il 1850). Questa incatenatura è ancora utilizzata nella maggior parte delle chitarre folk adesso in uso[8].
La nascita della chitarra elettrica
La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l’esigenza di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono. Con la nascita delle orchestre jazz e blues, ci si rese conto del problema della limitata amplificazione delle chitarre acustiche. Diversi costruttori cercarono di ovviare al problema costruendo strumenti che consentissero un volume maggiore, con un timbro simile a quello della chitarra acustica.
Orville Gibson (Chateaugay, New York, 1856) era un abile liutaio specializzato in mandolini e chitarre. Sperimentò dei mandolini basandosi sulle progettazioni dei violini e dal 1890 applicó questa tecnica anche sulle chitarre, producendo strumenti a cassa arcuata e a buca ovale utilizzando corde d’acciaio al posto di quelle di budello per ottenere una maggiore potenza sonora, così che la chitarra non venisse sovrastata dagli altri strumenti nei complessi masse blues. Creò così l’odierna chitarra archtop.
Lloyd Loar, progettista alla Gibson dal 1920 al 1924, condusse i primi esperimenti mediante l’adozione di rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph Rickenbacker, che nel 1931 realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo elettronico in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) ed iniziò ad applicarlo ai normali strumenti acustici, creando una chitarra lap steel chiamata frying pan guitar, in due modelli (A22 e A25)[9].
Nel 1935 la Gibson iniziò la produzione del modello ES 150, una chitarra semiacustica con cassa di risonanza, aperture a “f” sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo. Finalmente la chitarra, grazie all’amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume degli altri strumenti.
Molti si cimentarono nella costruzione di chitarre elettriche, limitandosi di fatto ad amplificare il suono di strumenti acustici. Se da una parte la presenza di una cassa armonica combinata ad un pick-up produceva un suono pastoso e ricco di armoniche, dall’altra presentava una serie di svantaggi, tra cui il più fastidioso era l’effetto noto come feedback acustico. La cassa dello strumento entrava in risonanza (effetto Larsen) con il suono emesso dall’amplificatore, creando echi, armonici e fischi di difficile gestione, col risultato di un suono sgradevole di difficile definizione.
Nel 1941 Les Paul, chitarrista e inventore, crea nei laboratori Epiphone un prototipo, detto The Log, ideato per ovviare al problema del feedback. Esso consisteva in un manico di chitarra acustica attaccato a un blocco di legno massiccio su cui erano installate le parti elettriche, e ai cui lati erano fissati le due “ali” di una chitarra acustica a forma di otto. Les Paul la propose l’idea alla Gibson che la rifiutò.
Nel 1948 Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, dà una svolta definitiva e crea la Broadcaster, una chitarra con due pick-up single coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla completamente le risonanze indesiderate e aumenta il sustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarra solid body. Inoltre lo strumento di Leo Fender presenta un vantaggio fondamentale: le fasi di costruzione e assemblaggio delle parti che compongono lo strumento sono molto semplificate. Questo si traduce nella possibilità di automatizzare il processo di produzione e di conseguenza produrre gli strumenti in serie, con costi notevolmente più contenuti. Il successo è enorme, tanto che la Broadcaster, divenuta poi Telecaster, viene prodotta dalla Fender ancor oggi.
La struttura e le sue parti
Nella chitarra ci sono due sistemi che concorrono al funzionamento dello strumento: un sistema di produzione e amplificazione del suono e un sistema del sostegno. Una buona chitarra deve avere un ottimo equilibrio fra questi due sistemi, deve essere elastica e deformarsi in modo controllato e nelle sezioni utili[10]. Descriveremo le varie parti partendo dall’alto:
Paletta
La paletta é la parte finale del manico e sostiene la meccanica dell’accordatura. Si unisce al manico in diverti modi: incollata con incastro a V o con giuntura obliqua invertita oppure, la paletta e il manico sono ricavate da un solo pezzo di legno (questo ultimo metodo é ormai poco utilizzato perché rende molto fragile il manico nel punto attacco con la paletta, dove le fibre sono inclinate. Nelle chitarre fino all’inizio del XIX secolo le corde della chitarra venivano accordate tramite Piroli conici inseriti verticalmente nella paletta poi sostituiti con meccaniche a chiavi, che consentono un accordatura più agevole e stabile[10].
Manico
Il manico supporta la tastiera e termina con un tacco fissato alla cassa armonica. I legni utilizzati nel manico e nella paletta sono gli stessi: Cedro di Cuba (Cederla Odorata con peso specifico 0,45 – 0,55), il Mogano dell’Honduras ( Swietenia macrophilla con peso specifico 0,58 – 0,75) e più’ raramente di acero[11].
Capotasto
Si trova nella parte estrema della tastiera e rappresenta il punto iniziale della parte vibrante della corda. Nelle chitarre più’ pregiate il materiale del capotasto è di avorio oppure di osso, nelle chitarre più’ economiche solitamente è di plastica[12].
Tastiera
La Tastiera è il supporto dei tasti e solitamente di legno duro come palissandro o ebano per sopportare lo strofinamento continuo delle dita e delle corde.
Dopo che il manico è stato unito a livello della cassa, il liutaio incolla la tastiera che percorre la parte del manico e parte della tavola armonica fino alla buca. La larghezza della tastiera varia da chitarra a chitarra. Generalmente nella chitarra classica si ha una tastiera molto larga e si stringe nelle chitarra folk ed elettriche[13].
Tasti
I tasti sono composti da una lamina inserita nel legno e la parte esterna con la sezione a semicerchio. Il materiale dei tasti è L’Alpacca (una lega costituita da rame, zinco e nichel) molto resistente alla corrosione[11].
la posizione dei tasti si può’ ottenere matematicamente con la “Regola del diciotto” (più’ precisamente 17,835). Questa formula si applica nel seguente modo: Si divide la lunghezza del diapason della chitarra per 17.835, in questo modo troviamo la larghezza del primo tasto cioè, la distanza tra il capotasto e la prima lamina inserita nel manico. Per calcolare la distanza tra il primo tasto e il secondo, si divide la lunghezza rimasta (dall’osso al primo tasto) e la si divide per 17,835. Si continua così per ogni tasto, ottenendo tasti in proporzione sempre più’ piccoli[14].
Qui sotto una tabella che rappresenta la tastiera e le note che possiamo trovare su ogni singola corda, come possiamo notare su ogni corda troviamo tutte le note della scala cromatica:
Corda | 1° tasto | 2° tasto | 3° tasto | 4° tasto | 5° tasto | 6° tasto | 7° tasto | 8° tasto | 9° tasto | 10° tasto | 11° tasto | 12° tasto |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 Mi | Fa | Fa# | Sol | Sol# | La | La# | Si | Do | Do# | Re | Re# | Mi |
2 Si | Do | Do# | Re | Re# | Mi | Fa | Fa# | Sol | Sol# | La | La# | Si |
3 Sol | Sol# | La | La# | Si | Do | Do# | Re | Re# | Mi | Fa | Fa# | Sol |
4 Re | Re# | Mi | Fa | Fa# | Sol | Sol# | La | La# | Si | Do | Do# | Re |
5 La | La# | Si | Do | Do# | Re | Re# | Mi | Fa | Fa# | Sol | Sol# | La |
6 Mi | Fa | Fa# | Sol | Sol# | La | La# | Si | Do | Do# | Re | Re# | Mi |
Corde
Nel passato le corde erano di Minugia (budella di ovini) o di metallo. Negli anni ’20 con l’avvento del nylon la minugia è stata quasi interamente sostituita anche perché, con il nylon, si poteva aumentare la tensione e quindi potenziare il suono della chitarra[15]. Questa ricerca di maggior volume ha riguardato tutti gli strumenti alla fine del XVIII secolo in poi, ed ha portato alla nascita della chitarra classica in Europa, della chitarra folk in America (grazie a Christian F.Martin) con le corde in acciaio, fino a dare origine alla chitarra elettrica.[16].
Nella chitarra classica si hanno le prime tre corde (MI, SI, SOL) in nylon e le altre tre (RE, LA, MI) hanno un’anima in nylon multifilamento o seta, avvolta da un filo di rame argentato.
Cassa armonica
La cassa armonica è la parte della chitarra che ha la funzione di sostenere e amplificare il suono delle corde. È composta dalle fasce dal fondo e dalla tavola armonica.
Fasce e fondo
Le fasce e il fondo sostengono la tavola armonica e riflettono il suono. Sono composte da due asticelle di legno dallo spessore di circa 2 mm e piegate a caldo per seguire la forma della tavola armonica. Le fasce sono incollate al manico e dalla parte opposta a un blocchetto di legno. Il fondo è costituita da due assicelle di legno dallo spessore di circa 3 mm aperte a libro e incollate tra di loro. È rinforzato da 3 o 4 catene di abete trasversali. I legni utilizzati per queste parti sono generalmente duri: Palissandro Brasiliano o indiano, Mogano, Ovangkol, Koa, Sapele, Acero e Ebano tra i più’ utilizzati.
Tavola armonica[modifica | modifica wikitesto]
La tavola armonica è composta da due assicelle di legno morbido dalla spessore di circa 2,5 mm aperte a libro e incollate tra di loro. Il suono della chitarra dipende soprattutto dalla qualità del legno utilizzato per la tavola: abete maschiato il più’ utilizzato delle chitarre da concerto e il Cedro rosso[17].
Nella parte che sta all’interno della cassa vi sono applicate delle catene, formate da listelli di abete intagliati, che hanno la funzione di sostenere strutturalmente la sottile e fragile tavola armonica e di distribuire l’energia trasmessa dal ponte a tutta la parte inferiore della tavola stessa. L’incatenatura, cioè la disposizione delle catena, influisce in modo importante sulla qualità del suono e ogni costruttore, secondo la propria esperienza e gusto, sceglie il proprio disegno e disposizione[18].
Ponte
Il ponte, o ponticello, è incollato sulla tavola armonica; la sua funzione è di trasmettere le vibrazioni delle corde alla cassa armonica. il diapason e l’altezza delle corde sulla tastiera dipendono da dove è posizionato il ponte[18]. Il materiale migliore per il ponte è l’ebano perché’ con la sua densità prolunga il suono dato dalle vibrazioni della corda. Altri legni utilizzati sono: Palissandro e mogano[14].
Osso
L’osso è una sbarretta, solitamente di colore bianco, e può essere di diversi materiali: avorio, osso o plastica. Incastrato nella parte anteriore del ponte, è mobile ed è tenuto fermo dalla pressione delle corde. Permette di regolare facilmente l’altezza delle corde sulla tastiera[19].
Accordatura
La chitarra di tipo spagnolo o andaluso ha sei corde, ma spesso esistono delle variazioni; ad esempio in Brasile è diffuso un tipo di chitarra a sette corde. Un’altra variazione comune è la chitarra a dodici corde, che però porta la medesima accordatura replicata in ottava da corde accoppiate più sottili.
L’accordatura più comune, nota come accordatura spagnola o accordatura standard, è Mi–Si–Sol–Re–La–Mi, dalla corda più acuta alla più grave o, nell’uso anglosassone, E-B-G-D-A-E.[Nota 5].
Questa accordatura, in cui l’intervallo tra due corde adiacenti è di una quarta giusta (tranne che tra seconda e terza corda, che distano di una terza maggiore), si è imposta per ragioni storiche e perché forniva un buon compromesso nelle posizioni per formare accordi. Esistono anche accordature aperte, ad esempio l’accordatura sarda, in cui le corde a vuoto suonano un Do maggiore, e le accordature alternative. Queste accordature vengono usate in alcuni particolari generi musicali e sono sovente prescritte dai compositori per l’esecuzione di singoli brani.
Diapason
Il diapason è la lunghezza totale della corda vibrante a vuoto e si misura dal lato interno del capotasto al punto in cui la prima corda (Mi cantino) entra in contatto con l’osso del ponte[14].
Una prima divisione tra le chitarre riguarda proprio il diapason [Nota 6], vi sono infatti tipi di chitarre dette 1/2, 3/4, 4/4, baritono, tenore, ecc.
Va, in ogni caso, tenuto presente che anche tra le chitarre di taglia normale (4/4) il diapason presenta una certa variabilità: ad esempio, nell’ambito delle chitarre classiche di attuale produzione il diapason standard misura 650 mm, ma spesso i modelli di livello medio-alto od alto si possono ottenere, in alternativa, con diapason più lungo o più corto: 664 mm[Nota 7]; 660, 640, 630 mm[Nota 8]; 660 o 640[Nota 9]; 655 mm.
Nelle chitarre acustiche il diapason varia da 610 mm a 660 mm. La tensione aumenta proporzionalmente rispetto alla lunghezza dalla corda[14].
Le chitarre possono essere suddivise innanzitutto in due grandi categorie, a seconda del modo in cui viene amplificato il suono delle corde in vibrazione: tramite la cassa armonica( chitarre acustiche; oppure tramite microfoni o pickup magnetici che convertono le vibrazioni delle corde in segnali trasmessi a un amplificatore ( chitarre elettriche):
Tipi di chitarre
Chitarre acustiche
Le chitarre acustiche presentano un corpo vuoto chiamato cassa armonica. L’energia delle corde viene trasmessa dal ponte alla cassa. La tavola armonica vibra per simpatia con le vibrazioni delle corde e la cassa armonica ne amplifica il suono. [20].
Qui di seguito vedremo le varie tipologie di chitarre acustiche:
Chitarra classica
Le tre corde più sottili sono di nylon; le tre più grosse sono di nylon rivestito di metallo, o talvolta di seta rivestita di metallo. In passato, le corde erano di budello di agnello. L’amplificazione è ottenuta per risonanza dal corpo vuoto a forma di otto (la cassa armonica), mentre la tavola superiore è responsabile dello spostamento d’aria. Il cavigliere (o paletta) è leggermente inclinato all’indietro. Secondo la posizione tradizionale usata per la musica classica, questo tipo di chitarra si suona da seduti, con le dita, poggiando lo strumento sulla gamba sinistra, leggermente rialzata tramite un apposito poggiapiede.
Si possono anche trovare chitarre classiche a spalla mancante per facilitare lo spostamento nelle zone più alte della tastiera, ed amplificate. Le chitarre flamenco sono molto simili per costruzione; hanno una protezione di plastica trasparente sopra e sotto la buca (detta golpero) per garantire l’integrità del sottile legno della tavola armonica dai colpi con le dita caratteristici di questo stile (vedi golpe e rasgueado).
Chitarra folk
Le chitarre folk o chitarre acustiche hanno solitamente sei corde. A volte sono “a spalla mancante” (in inglese cutaway), cioè è presente una rientranza sul margine inferiore della cassa armonica, per consentire di raggiungere i tasti più alti. Possono essere amplificate o elettrificate, ovvero munite di un sistema per amplificarne fedelmente il suono che comprende generalmente pickup solitamente piezoelettrici o magnetici ed eventualmente microfoni, con attacco jack per collegare direttamente lo strumento a un impianto PA o a un amplificatore.
La chitarra folk ha vari formati di cassa armonica: dai modelli piccoli detti “parlor” ai più grandi come la “Dreadnought”. Ha un manico rinforzato con un’asta di ferro all’interno (detta truss rod) per resistere alla maggiore tensione dovuta alle corde metalliche; essa è di solito regolabile e consente così di modificare la curvatura del manico a seconda delle preferenze di chi suona. La si può trovare in tutti i generi moderni, come il folk, il blues, il rock, la fusion, nei balli tradizionali (es.: country), eccetera.
Le corde metalliche conferiscono un suono brillante e pulito e vengono suonate con il plettro, con le dita (fingerstyle), o anche con dita e plettro contemporaneamente. Esistono versioni con spalla mancante (cutaway) per consentire un migliore accesso ai tasti delle note più alte, e versioni elettrificate per amplificare il suono direttamente senza l’ausilio di microfono esterno.
Appartiene a questo tipo la chitarra battente (o chitarra italiana)[21]. La Gibson comincio’ a produrre chitarre folk dagli anni ’30, con cassa grande detta “Jimbo” in concorrenza alle famose Martin Dreadnought[22].
Chitarre multicorde
Una delle prime chitarre a 10 corde fu pensata dal chitarrista Ferdinando Carulli assieme al liutaio francese René Lacôte nei primi del’Ottocento. Le cinque corde più’ acute avevano la possibilità’ di essere tastate, mentre le altre cinque veniva usate come corde a vuoto per i bassi. Con l’aiuto di una macchinetta applicata sulla paletta si poteva alterare di un semitono l’accordatura di alcune corde a vuoto (precisamente DO,FA e SOL; decima, settima e sesta corda) avendo la possibilità di più bassi[23].
Fra le possibili variazioni vi è il violão 7 cordas brasiliano, dove la settima corda, più grave del mi basso, si accorda Si oppure Do. Esistono le chitarre a otto corde utilizzate negli anni quaranta, usate in ambito jazz e che stanno avendo una “seconda giovinezza” negli ultimi anni, grazie al massiccio utilizzo da parte dei chitarristi di generi più aggressivi come l’hard rock ed il metal. Vi sono chitarre classiche a dieci, undici, dodici o quattordici corde (corde non doppie).
Chitarra a 12 corde
La chitarra a 12 corde (da non confondersi con la chitarra multicorde a dodici corde singole), ha sei “coppie di corde”
(sono montate a due a due, e le corde di ogni coppia sono molto vicine), e viene usata molto nel folk (es. nel fado),
nel rock and roll, nella fusion, ma anche in tutti gli altri generi moderni, poiché il suo suono è molto intenso.
Le due coppie di corde più acute vengono accordate all’unisono, le restanti con un’ottava di intervallo.
Si suona come una normale chitarra a sei corde (con la differenza che si premono due corde alla volta con un dito) e data l’intensità del suono si presta molto bene all’accompagnamento ma un po’ meno all’uso solista.
Può essere di tipo folk o elettrico, esclusivamente a corde metalliche; come nelle chitarre folk ed elettriche
è provvista di truss rod, spesso doppio per sopportare la doppia tensione delle corde.
Chitarra resofonica[modifica | modifica wikitesto]
La chitarra a risonatore metallico, conosciute anche come National o Dobro, furono costruite negli anni venti dai fratelli Dopyera, fondatori della National Guitar Company e successivamente della Dobro Company (nel 1934 avvenne la fusione di queste due società) .
Queste chitarre hanno un suono molto forte dall’inconfondibile timbro tagliente e metallico. Le vibrazioni delle corde sono trasmesse dal ponte a un piatto di metallo che si comparta da risonatore e amplifica il suono. Possono essere con la cassa armonica interamente di metallo con il risonatore a cono, come le prime chitarre National, oppure come le prime chitarre Dobro con la cassa in legno e il risonatore a forma di ciotola in metallo.[24].
Chitarra elettrica
È un tipo di chitarra in cui la vibrazione delle corde viene rilevata da uno o più pick-up magnetici che la trasformano in un segnale che viene convogliato in un amplificatore acustico, il quale rende udibile il suono dello strumento. La tipologia delle chitarre elettriche vede quelle a corpo solido (solid body), senza cassa acustica, e le semiacustiche hollow body (corpo cavo), o semi-hollow body.
Solid body
il suono è prodotto da pickup magnetici che convertono le vibrazioni delle corde in segnali trasmessi a un amplificatore che funziona a corrente elettrica. La cassa armonica non è quindi necessaria e infatti le chitarre elettriche hanno nella maggioranza dei casi un corpo pieno e rigido; il suono acustico in questo caso è molto debole e poco percepibile. Le corde sono necessariamente metalliche e il manico è quindi rinforzato da truss rod. È usata massicciamente nel blues, nel rock and roll, nel country, nel jazz, nel jazz-rock, nella fusion e nel metal.
chitarre “semiacustiche”
sono chitarre elettriche, amplificate quindi tramite pick-up magnetici, ma con cassa di risonanza e con due buche laterali a “f”, simili a quelle degli strumenti ad arco: il suono è principalmente elettrico, ma con dinamiche che ricordano quelle di una chitarra acustica; storicamente è il primo tipo di chitarra elettrica, derivata dalle archtop acustiche degli anni venti; è il tipo di chitarra elettrica di solito preferita nel jazz e nel rhythm and blues.
chitarre acustiche elettrificate[modifica | modifica wikitesto]
Sono chitarre acustiche che montano sistemi elettronici (di solito trasduttori piezoelettrici e/o microfoni) per riprodurre il loro suono, generato acusticamente, anche attraverso un impianto audio o un amplificatore e consentire quindi di rendere il suono chiaro e udibile anche in grandi ambienti occupati da molte persone.
chitarre elettriche “a piezo”
sono chitarre elettriche che oltre ai pickup magnetici, o al posto di questi, hanno anche trasduttori piezoelettrici per riprodurre un suono che assuma certe caratteristiche tipiche della chitarra folk.
Le tecniche
Di solito, la mano destra pizzica le corde, in corrispondenza della buca, facendole vibrare, mentre la sinistra preme le corde sul manico. Fra i chitarristi mancini, alcuni usano uno strumento che è l’immagine speculare di un corrispondente destrorso (e quindi con le corde ribaltate rispetto a un destrorso), altri usano uno strumento destrorso ma rovesciato (e quindi senza mutare l’ordine delle corde), altri ancora usano uno strumento destrorso rovesciato ma con le corde ribaltate; ma vi è anche chi usa strumenti destrorsi al modo dei destrorsi.
Esistono diversi modi o tecniche per suonare la chitarra. Un breve excursus fra le più famose ed utilizzate vede le seguenti. Per una trattazione più vasta ed approfondita si può consultare la categoria tecnica chitarristica.
Slide Guitar
Con slide guitar si intende in primo luogo un modo di suonare la chitarra, vale a dire l’utilizzo di un pezzo di materiale sufficientemente pesante e liscio (ai tempi del blues delle origini, spesso un collo di bottiglia, in inglese bottleneck, o il manico di un coltello a serramanico) che viene fatto strisciare sulle corde senza premerle contro i tasti per ottenere un suono glissato. Il collo di bottiglia viene infilato su un dito della mano sinistra (anulare o mignolo) e fatto scorrere sulle corde, le dita rimaste libere suonano sui tasti nel modo usuale, anche se con minore libertà di movimento.
A causa di questo fatto, spesso per questa tecnica sono preferite le accordature aperte, che evitano corde vuote accordate su note non appartenenti all’accordo di tonica e facilitano il modo di suonare, specialmente se si tratta di musica modale come fondamentalmente è il blues stesso.
Un’altra tecnica consiste nell’appoggiare la chitarra in grembo (lap style), con la tavola armonica verso l’alto, e usare la mano sinistra unicamente con la tecnica slide: le dita afferrano l’oggetto liscio e pesante e non premono più sui tasti. In questo caso l’accordatura aperta è quasi obbligatoria. Sono quindi state realizzate chitarre apposite per essere suonate con questa tecnica: prive di tasti metallici e con le corde più rialzate rispetto ad una normale chitarra, usate ad esempio nel blues e nel country.
Un importante sviluppo di questo tipo di chitarra è la chitarra indiana, usata in India e ricavata da una chitarra occidentale suonata in lap style, ma con un diverso tipo di accordatura: le corde per la melodia (fondamentalmente non si usano accordi) sono tre o quattro (accordate su tonica-quinta-ottava o tonica-quinta-ottava-quarta), e vengono affiancate da una dozzina di sottili corde di risonanza accordate sulle note della scala usata. Ci sono poi due corde di bordone accordate sulla tonica, suonate spesso per ribadire il punto di riferimento fondamentale (la tonica stessa). Questa chitarra è usata esclusivamente per la musica modale.
Fingerstyle
Il fingerstyle (letteralmente “stile delle dita”), fingerpicking (lett. “pizzicare con le dita”) o diteggiato è una tecnica usata per suonare, oltre alla chitarra, il basso e altri strumenti a corda. Viene eseguita usando le punte delle dita e le unghie al posto del plettro.
Ciò che nello specifico lo differenzia dallo stile classico è l’uso del pollice della mano destra che suona il “basso alternato”. Il pollice marca cioè ogni quarto della battuta suonando una nota bassa sulle due/tre corde più gravi, mentre le altre dita (indice, eventualmente accompagnato dal medio e anche dall’anulare) suonano le altre corde e sviluppano quindi, a seconda dell’arrangiamento, sia l’armonia sia la melodia. È caratteristico dei generi folk, country-jazz e blues. Viene anche usato da esponenti noti del rock and roll, come Mark Knopfler e Jeff Beck, sebbene resti una pratica poco diffusa sulla chitarra elettrica. In Italia un esponente noto di questo stile è Alex Britti.
Flatpicking
Flatpicking è semplicemente la tecnica di suonare la chitarra con l’utilizzo di una penna (o anche plettro). Questo è sicuramente il sistema più comunemente utilizzato da tutti, anche se comunque presenta una grande diversità di approcci.
Esistono tanti modelli di plettro, differenti principalmente per dimensioni e durezza. Comunemente si utilizzano plettri morbidi per la chitarra folk e plettri duri per la chitarra elettrica, ma questa regola è naturalmente piena di eccezioni.
Fra le eccezioni più note si cita il chitarrista dei Queen, Brian May, che ha trovato il suo suono ideale suonando con l’ausilio di una monetina da sei pence britannici.
Altre tecniche utilizzate
- Pennata alternata
- sweep-picking
- Tremolo (tecnica chitarristica)
- Tocco appoggiato
- Tecnica della tambora
- Rasgueado
- Pizzicato
- Tapping
- Bending
- Chicken picking
- Hammer-on
- Palm mute
- Pull-off
A seconda del ruolo che ha una chitarra in un gruppo musicale, si può distinguere tra chitarra ritmica e chitarra solista.
Chitarra ritmica
La chitarra ritmica (o chitarra di accompagnamento), specialmente nel rock, è la chitarra che si suona per accompagnare armonicamente e dare ritmo a un brano: in questo senso il suono non risalta in maniera particolare.
Più in generale, la chitarra ritmica viene contrapposta alla chitarra solista, ma può indicare anche solo la funzione ricoperta da uno strumento: spesso infatti, in realtà, i due ruoli all’interno di un gruppo vengono ricoperti da una sola. Nel caso che nel gruppo ci siano invece due chitarristi, spesso uno dei due esegue solamente la sezione ritmica, mentre l’altro si concentra sia su quest’ultima sia sugli assolo.
Molte band presentano una sola chitarra, quali Led Zeppelin, Nirvana, U2, Bon Jovi, Queen, Pink Floyd, Red Hot Chili Peppers, Blink-182 solo per citarne alcuni. Presentano (o presentavano) invece nella formazione più di una chitarra gruppi come Scorpions, Aerosmith, The Beatles, AC/DC, Guns N’ Roses, Slipknot, Linkin Park, Litfiba, Avenged Sevenfold, Kiss, The Clash o The Rolling Stones e gli Iron Maiden, che presentano addirittura tre chitarre simultanee.
Va inoltre sottolineato che, il più delle volte, il ritmo della chitarra differisce sia da quello della melodia sia da quello dato dalle percussioni.
Chitarra solista
La chitarra solista è invece la chitarra che ha la funzione di sostituire, anziché accompagnare, la voce per la durata di una strofa (il cosiddetto assolo); potendo andare oltre l’estensione vocale viene utilizzata quindi per variarne e arricchirne la melodia.
È utilizzata in alcuni gruppi in aggiunta alla chitarra di accompagnamento: infatti se la chitarra d’accompagnamento dovesse interrompere un giro di accordi per iniziare un assolo, sarebbe difficile non notare un istante di stacco; tuttavia in alcuni gruppi con molta esperienza ciò non accade, ovvero il chitarrista di accompagnamento esegue anche assoli, lasciando temporaneamente la parte ritmica al basso e/o al pianoforte.
Capita sovente (soprattutto nell’hard rock e nell’heavy metal) che i chitarristi (quando ve ne sono più di uno) non abbiano un ruolo fisso e che si alternino suonando ciascuno le proprie parti ritmiche ed il proprio assolo durante l’esecuzione di un brano. In alcuni casi, entrambe le chitarre possono eseguire un assolo in contemporanea (suonando insieme le stesse note ed accordi simili), lasciando al solo basso la parte ritmica.
Note
Note esplicative
- ^ In questa pagina si può vedere la Chitarra di Vinaccia: http://www.gettyimages.it/detail/foto/transitional-guitar-by-antonio-vinaccia-italy-18th-fotografie-stock/556422705
- ^ In questa pagina possiamo vedere uno degli strumenti più antichi di questo autore e uno dei primi esempi di chitarra a sei corde semplici. http://www.frignanilorenzo.com/strumenti-a-pizzico/strumenti-antichi/chitarra-g.b.fabricatore-1794-1f015-22.html
- ^ In questa pagina si può vedere una Chitarra Spagnola del 1804: http://www.gettyimages.it/detail/foto/spanish-six-course-guitar-made-by-pages-c-1804-front-fotografie-stock/87854320
- ^ In questa pagina si può vedere la Chitarra di Bergonzi: http://www.gettyimages.it/detail/foto/guitar-attributed-to-carlo-bergonzi-italy-18th-fotografie-stock/162279397
- ^ Dette note, nella loro denominazione completa (cioè con gli indici di ottava italiani e inglesi), sono: mi3, si2, sol2, re2, la1, mi1; e secondo il citato uso anglosassone: E4, B3, G3, D3, A2, E2.
- ^ In spagnolo: tiro o escala (e, commercialmente, perfino distancia entre huesos), in ingl.: scale. Va tenuto presente che il termine spagnolo diapasón designa, invece, la tastiera della chitarra.
- ^ per esempio come questa José Ramirez “la C664” http://www.guitarsalon.com/store/p4083-2010-jose-ramirez-quot1a-c664quot-cdin.html; detta a tiro largo, in opposizione a tiro corto che corrisponde al diapason standard di 650 mm.
- ^ per esempio come Manuel Contreras II.
- ^ per esempio come Kohno/Sakurai.
Note bibliografiche
- ^ Allorto 1990, pag. 5.
- ^ Radole 1997, pag. 127.
- ^ Sachs 1996, pag. 445.
- ^ Gilardino Grimaldi 2013, p. 9.
- ^ Allorto 1990, p. 10.
- ^ Allorto 1990, pag 11.
- ^ Allorto 1990, p. 9.
- ^ Carta 2011, p. 20.
- ^ Denyer 2000, pp. 46-47.
- ^ a b Denyer 2000, p. 18.
- ^ a b Denyer 2000, p. 19.
- ^ Denyer 2000, p. 38.
- ^ Denyer 2000, p. 39.
- ^ a b c d Denyer 2000, p. 40.
- ^ Denyer 2000, p. 162.
- ^ Allorto 1990, p. 15.
- ^ Allorto 1990, p. 20.
- ^ a b Denyer 2000, p. 21.
- ^ Allorto 1990, p. 22.
- ^ Denyer 2000, p.34.
- ^ Denyer 2000.
- ^ Denyer 2000, pp. 46-47.
- ^ Allorto 1990.
- ^ Denyer 2000, p. 48.
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- Luigi Sisto, I liutai tedeschi a Napoli tra Cinque e Seicento. Storia di una migrazione in senso contrario [con presentazione di Renato Meucci], Roma, Istituto Italiano per la Storia della Musica, 2010 [ISBN 978-88-95349-08-4]
- James Tyler, Paul Sparks, The Guitar and Its Music from the Renaissance to the Classical Era, Oxford, Oxford University Press, 2002
- James Tyler, The Early Guitar: A History and Handbook, Oxford, Oxford University Press, 1980
- José L. Romanillos Vega, Marian Harris Winspear, The Vihuela de Mano and the Spanish Guitar. A Dictionary of the Makers of Plucked and Bowed Musical Instruments of Spain (1200-2002). String Makers, Shops, Dealers & Factories, Guijosa, Sanguino, 2002, ISBN 84-607-6141-X, ISBN 978-8460761419
- Giuseppe Radole, Liuto, chitarra e vihuela. Storia e letteratura, Milano, Suvini Zerboni, 1997.
- Bruno Tonazzi, Liuto, vihuela, chitarra e strumenti similari nelle loro intavolature, con cenni sulle loro letterature, Ancona, Bèrben, 1992
- Andrés Segovia, Diatonic Major and Minor Scales, rev. ed., Washington, D.C., Columbia Music, 1953, ISBN 1-59806-059-7, ISBN 978-1-59806-059-1
- Ruggero Chiesa, Guitar Gradus – Metodo elementare per chitarra, Milano, Suvini Zerboni, 1982
- Ruggero Chiesa, Tecnica fondamentale della chitarra, (vol. I – Le scale, vol. II – Le legature, vol. III – Gli accordi), Milano, Suvini Zerboni, 1966-1982-1988
- Angelo Gilardino, Nuovo trattato di tecnica chitarristica – Principi fondamentali, Ancona, Bèrben, 1993
- Mauro Storti, Trattato di chitarra, Milano, Carisch, 1994
- Angelo Gilardino, La chitarra. Guida all’ascolto del repertorio da concerto, con CD, Milano, Curci, 2010
- Maria Rita Brondi, Il liuto e la Chitarra, Torino, Fratelli Bocca, 1926
Voci correlate
- Accordo (musica)
- Cetra
- Chitarrista
- Chitarra multicorde
- Cordofoni
- Chitarra barocca
- Chitarra folk
- Chitarra elettrica
- Chitarra preparata
- Categoria:Tecnica chitarristica
- Moodswinger
- Chitarra battente
- Chitarra decacorde
- Arpeggione
- Fender
- Gibson Guitar Corporation
- Ibanez
- Basso elettrico
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Collegamenti esterni
- Chitarra, in Open Directory Project, Netscape Communications. (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all’argomento “Chitarra”)
- (EN) Tablature per chitarra dal famoso sito 911Tabs, 911tabs.com.
- (EN) Tablature gratis internazionali, ultimate-guitar.com.
- Chitarra, in Tesauro del Nuovo soggettario, BNCF, marzo 2013.
- Liuti a manico lungo
- Strumenti della musica medievale
- Strumenti della musica rinascimentale
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- Chitarra
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il basso elettrico: guida
Il basso elettrico è uno strumento con una storia e un ruolo meno appariscenti rispetto a quelli della cugina chitarra elettrica: eppure, il suo contributo in un gruppo è fondamentale, grazie alla sua capacità di sostenere armonicamente gli altri strumenti e di regalare bassi corposi e profondi. Senza il basso elettrico, il sound di qualunque esecuzione risulterebbe estremamente impoverito, svuotato e molto meno convincente. Senza contare che il basso elettrico può regalare slanci inaspettati.
Il basso elettrico è uno strumento a corde elettrificato, del tutto simile alla chitarra elettrica ma di dimensioni maggiori e dotato di un numero diverso di corde. Anche il basso elettrico presenta un corpo solidbody, ovvero composto da un blocco unico privo di cassa armonica, e un sistema di pick up magnetici che rilevano le vibrazioni delle corde e le tramutano in impulso elettrico. Il segnale viene poi convertito in suono e amplificato da degli appositi amplificatori.
Il basso elettrico produce suoni più gravi e profondi rispetto alle chitarre elettriche. Questa caratteristica lo rende perfetto per ruoli di accompagnamento e di sostegno armonico agli altri strumenti del gruppo, un ruolo essenziale in qualunque formazione musicale matura. Ma non solo: i giri di basso sono un elemento centrale in molti celeberrimi brani, da Come Together dei Beatles a Money dei Pink Floyd, solo per citare due tra i più famosi.
TIPI DI BASSO ELETTRICO
La maggior parte dei bassi elettrici appartiene a una delle due tipologie principali, che si differenziano per il numero di corde montate: i bassi elettrici a 4 corde e quelli a 5 corde. Vediamo nel dettaglio queste due macro categorie, per poi approfondire i tipi di basso più particolari.
Basso Elettrico 4 Corde
Il basso elettrico 4 corde rappresenta l’analogo amplificato del contrabbasso, di cui monta lo stesso numero di corde, normalmente accordate sulle note Sol, Re, La, Mi. Il basso elettrico 4 corde è il modello più facile da suonare: il numero limitato di corde rende più facile coordinarsi e controllarle, agevola le mani più piccole e i principianti, e ha di solito anche un peso inferiore rispetto ai modelli a 5 corde. Il rovescio della medaglia di questi vantaggi è che i bassi elettrici 4 corde hanno possibilità espressive più limitate, date proprio dall’assenza di una corda.
Nella foto, un Fender JAZZ BASS AMERICAN PRO MN a quattro corde
Basso Elettrico 5 Corde
Il basso elettrico 5 corde si affaccia sul mercato sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso, imponendosi presto come uno standard di riferimento per quei bassisti che, armati di una tecnica più avanzata, desideravano ampliare le proprie possibilità espressive. I bassi elettrici a 5 corde sono infatti più complessi da suonare di quelli a 4 corde, ma garantiscono uno spettro sonoro più ampio e più ricco. Normalmente, le 5 corde sono accordate in Sol, Re, La, Mi e Si.
Un esempio di basso elettrico a 5 corde: un SRFF805-BKS WORKSHOP MULTISCALE della Ibanez
In commercio sono sempre più diffusi modelli di bassi a 10 o addirittura 12 corde, accordati in modo tale che ogni corda doppia intoni un’ottava superiore rispetto alla vicina. Questi bassi elettrici regalano sonorità estremamente piene e ricche, anche se richiedono una certa abilità per essere padroneggiati.
Basso Elettrico Fretless
Come per le chitarre acustiche ed elettriche, anche alcuni bassi elettrici sono disponibili in modelli fretless, ovvero sprovvisti di tasti. I bassi elettrici fretless sono ovviamente più difficili da suonare dei modelli standard, perché l’assenza delle traversine metalliche che individuano le zone della tastiera rende complesso premere la corda all’altezza giusta: chi suona i bassi fretless deve quindi aver sviluppato una particolare sensibilità, che gli permetta di suonare “alla cieca”.
Basso Elettrico Mancino
Per venire incontro alle esigenze dei musicisti mancini, sempre più case costruttrici producono bassi elettrici mancini, anche detti lefty, che in sostanza rappresentano versioni perfettamente speculari rispetto ai modelli standard per musicisti destri. I bassi elettrici mancini devono essere suonati al contrario: la mano destra sul manico e la sinistra a diteggiare.
Un esempio di basso elettrico mancino: il SR300EBL-WK della Ibanez
È opportuno sottolineare che un mancino non deve per forza acquistare un modello lefty per suonare il basso elettrico: anzi, la maggior parte dei bassisti mancini suona modelli standard e si adatta perfettamente a suonare con la mano destra a diteggiare e la sinistra sul manico, esattamente come suonano i musicisti destri.
BASSO ELETTRICO MARCHE
Nonostante sia meno conosciuto della chitarra elettrica, il basso elettrico è uno strumento molto diffuso e popolare, e sono numerosi i marchi, anche blasonati, che costruiscono modelli di basso sia per principianti che per professionisti navigati. In questo paragrafo approfondiamo alcuni dei marchi principali, con alcuni consigli di acquisto firmati Daminelli:
Basso Elettrico Eko
La Eko è un costruttore italiano noto per la produzione di chitarre e bassi entry level, con un buon livello qualitativo a prezzi veramente invidiabili. Per questo motivo, i bassi Eko sono gli strumenti ideali per i principianti che si approcciano per la prima volta a questo strumento. Se cerchi un basso elettrico con cui iniziare, ti consigliamo proprio uno dei modelli della serie Starter della Eko.
Basso Elettrico Epiphone
Il marchio di proprietà della Gibson Corporation è noto per la produzione di strumenti a prezzi economici, che spesso ripropongono in piccolo il design e le caratteristiche dei modelli leggendari. I bassi elettrici Epiphone sono adatti a musicisti principianti o di fascia intermedia e offrono buone caratteristiche qualitative ed ottima resistenza. Tra le nostre proposte ti consigliamo il basso TOBY® DELUXE IV TRANS AMBER, un modello progettato da Michael Tobias con sonorità equilibrate e ottima suonabilità. Prezzo intorno ai € 200.
Basso Elettrico Cort
La Cort produce modelli di basso di fascia intermedia e di fascia alta, caratterizzati prevalentemente da un design natural che mette in risalto le ventature naturali dei legni utilizzati nel body. Tra i bassi elettrici Cort ti proponiamo un modello di fascia media a 4 corde, l’ACTION BASS DLX AS OPN, un basso potente con corpo in frassino, tastiera in palissandro e manico in acero. I due pick up soap bar rendono questo strumento ideale per il fingerpicking. Prezzo: intorno ai € 350.
Basso Elettrico Ibanez
La Ibanez è uno dei costruttori di bassi più prolifici, e nel tempo ha creato numerose serie e modelli. La produzione di questo marchio spazia dai modelli economici per principianti agli strumenti di fascia alta, proponendo nel mezzo numerose alternative per i bassisti intermedi. Clicca qui se vuoi vedere tutti i bassi Ibanez presenti su Dampi, mentre se cerchi dei consigli specifici ti proponiamo un modello a 4 corde: il SR370E-AWB, che spicca per il suo bel colore aged whiskey. Manico e tastiera in palissandro, corpo in acero, pickup PowerSpan Dual Coil, questo basso elettrico ha un suono versatile con buona risposta e ottima dinamica, ideale per chi gioca con le sfumature sonore. Prezzo intorno ai € 350-400.
Basso Elettrico Fender
Nel campo delle chitarre e dei bassi elettrici, la Fender è uno dei marchi più blasonati del mondo e si affaccia sul mercato con modelli di alta fascia, adatti a chi cerca qualcosa di veramente speciale. Su Dampi ti proponiamo una selezione piuttosto corposa di bassi elettrici Fender di elevata qualità, quelli che secondo il nostro punto di vista incarnano le migliori caratteristiche della firma americana. Un esempio su tutti è il basso JAZZ BASS STANDARD RW, un modello leggendario che può vantare una storia di prestigio. Questo strumento a 4 corde si è sempre distinto per il suono ricco e versatile che ha fatto la gioia di professionisti di ogni tipo. Prezzo intorno ai € 800-850.
Restiamo sui Jazz Bass anche per la nostra proposta a 5 corde: il JAZZ BASS V STANDARD RW, caratterizzato dalle stesse qualità sonore del modello appena visto. Prezzo intorno ai € 900-950.
Basso Elettrico Gibson
Anche la Gibson è uno dei marchi più prestigiosi del settore. Di questa firma ti proponiamo un basso elettrico di alta fascia, un NEW EB BASS® 4 T 2017 con gradevole burst satin vintage. Questo modello reinterpreta la serie EB Bass mantenendone i pick up humbucker dal suono corposo e potente, e monta meccaniche Grover di alta qualità. Si contraddistingue anche per l’ergonomia e la confortevole suonabilità. Prezzo intorno ai € 750-800.
BASSO ELETTRICO PREZZI
Il range di prezzo dei bassi elettrici è vastissimo: si può andare infatti dai bassi economici, disponibili a poco più di € 100, ai modelli più blasonati che possono raggiungere e superare le migliaia di euro. I prezzi dipendono da molti fattori come i legni e i materiali impiegati, il pregio del costruttore, la destinazione d’uso amatoriale o professionale. Nei bassi elettrici di liuteria, poi, i prezzi salgono ulteriormente.
Basso Elettrico Economico
Se stai cercando un basso elettrico economico, su Dampi possiamo proporti un’ampia scelta di bassi con prezzi al di sotto dei € 200. Abbiamo già parlato della serie starter della Eko, che include peraltro tantissimi modelli di basso elettrico per bambini, quindi ti proponiamo un modello diverso dagli altri, un bel basso elettrico fretless della Stagg. Il modello proposto si distingue per l’eccellente rapporto qualità-prezzo e l’ottima suonabilità.
BASSO ELETTRICO USATO
Comprare un basso elettrico usato è spesso un ottimo metodo per accaparrarsi strumenti di valore a prezzi abbordabili. Naturalmente, bisogna stare attenti a ciò che si acquista ed evitare modelli eccessivamente usurati oppure occasioni a prezzi smaccatamente bassi, che spesso nascondono vere e proprie fregature.
LA BATTERIA ELETTRONICA
La batteria elettronica è uno strumento che negli ultimi decenni ha avuto una crescita esponenziale, sia in termini tecnologici che di popolarità.
La sua configurazione attuale non si discosta molto da quella di una batteria acustica, ma anziché avere i classici fusti con le pelli in Mylar, hanno dei pad. I pad possono essere di diverso tipo a seconda del loro utilizzo e costo, ma principalmente si dividono in due categorie: Dei veri e propri dischi rivestiti in gomma o dei mini-fusti ai quali è stata applicata una pelle mesh, capace di riprodurre le stesse sensazioni di rimbalzo di una pelle “normale”.
Pelli MESH
Il pad in gomma in tutte le sue derivazioni di forma e materiali viene utilizzato al posto dei classici piatti o nelle batterie elettroniche più economiche al posto dei tamburi. Il pad con la pelle mesh invece è utilizzato per sostituire i tamburi della batteria. Nelle versioni più recenti esso ha i tiranti attaccati su un fusto poco profondo, che hanno lo scopo di regolare la tensione della pelle per essere così adattata alle esigenze di rimbalzo di ogni batterista.
“è possibile anche montare le pelli mesh sui fusti della
batteria acustica, semplicemente per ridurre il volume”
COME È FATTA
All’interno di ogni pad c’è un sensore (o trigger), che quando sottoposto ad impatto (cioè quando colpiamo il pad con la bacchetta), genera un segnale elettrico. Questo segnale viene elaborato da un modulo sonoro, sempre presente in una batteria elettronica, che lo trasforma in suono attraverso alcuni algoritmi.
I moduli sonori sono il vero cervello di ogni batteria elettronica e spesso la parte più costosa. Essi sono collegati ai pad con dei cavi ed oggi hanno un’infinita varietà di suoni dai quali poter scegliere, e sono in grado di essere connessi con l’esterno diventando dei veri e propri sequencer.
LA PRIMA BATTERIA ELETTRONICA
Molti associano l’invenzione delle prime batterie elettroniche ai primi anni ’70, ma è solo nel 1976 che la Pollard Industries commercializza la prima drum machine. Essa era formata da un modulo sonoro ed uno o più tamburi.
Batteria elettronica Simmons
Nonostante l’azienda nel giro di pochi anni sia andata in fallimento, le sue batterie catturarono l’attenzione di molti batteristi famosi e così nel 1978 la Simmons cominciò la sua produzione di batterie elettroniche, lanciando nel 1981 la SDS-5. Batteria con i caratteristici pad esagonali, la SDS-5 è stata impiegata in molte registrazioni e la si può anche vedere in molti videoclip di band dell’epoca. La sua notorietà fece si che anche batteristi rock (ad esempio Terry Bozzio) decisero di usarla. Il suo suono descritto come “terribile” era però talmente nuovo e futuristico che anche gruppi come Duran Duran e Rush ne fecero largo uso.
L’ENTRATA DEI COLOSSI
Gli anni successivi sono stati un crescendo di ricerca e produzione, la Roland e la Yamaha in particolare produssero i loro primi modelli, con pad in gomma, sensibili alla dinamica e con suoni campionati.
“nel 1997 la Roland ha rivoluzionato il concetto
di batteria elettronica con la V-Drum”
Roland V-Drum TD-10 del 1997
Nel 1997 c’è stata un po’ la svolta del settore. La Roland lancia la TD-10 che presentava due fondamentali novità: Pelli mesh al posto dei pad in gomma e niente più suoni campionati, ma modelli matematici per produrre il suono.
LA ROLAND PRENDE IL POTERE
E’ stata la prima V-Drum, termine che tutt’oggi è ancora simbolo delle elettroniche Roland. E’ stata la mia prima batteria elettronica e posso assolutamente confermare la incredibile varietà di suoni e di regolazioni. Il modulo sonoro della TD-10 è tutt’oggi ricercato sul mercato e la sua valutazione è ancora molto alta. Una delle maggiori “pecche” dei questo modello è che ancora non erano stati inventati i pad per i piatti e l’hi-hat come sono oggi. Ricordo bene quando al loro posto c’erano dei pad rotondi in gomma, che rendevano molto poco reale il rimbalzo e la consistenza. Era davvero frustrante.
Attualmente i produttori sono molti, dalle produzioni in serie a quelle artigianali, il principio non è complicatissimo e creare dei pad è possibile anche per chi ha un minimo di dimestichezza con l’elettronica.
“è possibile ampliare la libreria dei suoni del modulo
sonoro, semplicemente collegando un portatile”
IL FEELING VERO
La ricerca della sensibilità e del suono che si avvicini il più possibile alle batterie acustiche è lo scopo principale di queste batterie. Ad oggi sono usate sia da chi ha problemi di volume, sia per lo studio ma anche per i live e la registrazione. Basta fare un po’ di ricerche su internet per trovare filmati, schede tecniche e recensioni per tutti i gusti, non c’è che l’imbarazzo della scelta, anche i prezzi ormai sono molto variabili e per tutte le tasche. Si parte da poche centinaia di euro fino ai 10.000 ed anche di più, l’importante è capire quale è l’utilizzo che ne vogliamo fare e le caratteristiche che per noi sono fondamentali, per il resto molta pazienza e come sempre, prima di acquistare è fondamentale provare.
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accordi e spartiti
Tutti gli Accordi di Chitarra e le Canzoni Facili da Suonare
20-07-10 di David Carelse
2 commenti »
Accordi Chitarra: sfoglia tutti gli accordi di chitarra online, divisi per nota in modo che tu possa trovarli nel più facile dei modi.
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Questo blog è stato realizzato per soddisfare un esigenza dei moderni chitarristi. Infatti, ci sono siti con tutti gli accordi di chitarra ovunque, ma la maggior parte di questi siti sono addirittura fastidiosi da vedere. Le immagini sono piccole, gli accordi sono segnati solo con la dicitura anglosassone (accordi americani), i siti sono pieni di pubblicità…
Abbiamo creato quindi un sito che sia ordinato, con delle rappresentazioni semplici e chiare.
In questo sito puoi notare che tutti gli accordi di chitarra sono divisi per nota (puoi vedere in alto i link alle pagine):
- Accordi per Chitarra: DO
- Accordi per Chitarra: RE
- Accordi per Chitarra: MI
- Accordi per Chitarra: FA
- Accordi per Chitarra: SOL
- Accordi per Chitarra: LA
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Se non sai come leggere gli accordi o non sai come suonarli in una canzone puoi scaricare gratuitamente il corso di chitarra semplice, facile e veloce… in 10 giorni saprai suonare gli accordi di chitarra e conoscerai le basi per suonare la chitarra.
Quelli che trovi in questo sito sono gli accordi principali che devi conoscere. Gli altri accordi di chitarra non devono essere imparati a memoria, devi essere capace di costruirli ed è molto semplice. Ancora una volta a questo scopo ti consiglio il corso di chitarra online.
Accordi di Canzoni Facili da Suonare con la Chitarra
I testi qui pubblicati sono stati scritti da vari autori che potranno richiedere la rimozione in qualunque momento. In base alla legge n.159 del 22.5.1993 il contenuto di questi file è da intendersi esclusivamente per attività didattica, di studio e di ricerca. Ne è consentito l’uso per esecuzioni pubbliche solo nel caso i relativi spartiti non siano reperibili in commercio, e fatti salvi i diritti dei rispettivi autori.
Oltre alle rappresentazioni degli accordi di chitarra, abbiamo creato una vasta sezione dedicata alle canzoni da suonare con gli accordi. In pratica si tratta quasi di un canzoniere di chitarra online.
Top artisti più richiesti:
883Adriano Celentano | Laura PausiniLigabue |
Video Tutorial di Canzoni per Chitarra
In alcune delle canzoni vedrai che ci sono dei video tutorial per imparare a suonare la specifica canzone con la chitarra.
Clicca qui per vedere tutte le canzoni con il video tutorial.
Qui di seguito vedi anche una playlist con tutti i tutorial di canzoni facili per chitarra acustica e classica di SuonareChitarra.com
(clicca qui per iscriverti al canale YouTube e sapere quando vengono pubblicati i prossimi tutorial)
Ultime canzoni inserite
Qui di seguito vedi le ultime canzoni inserite…
Accordi Chitarra: Extraterrestre, Eugenio Finardi
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Extraterrestre di Eugenio Finardi.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: RE, DO, SOL, MI-.
Clicca sui nomi degli accordi di chitarra qui sopra per vedere come si fanno, nel caso non lo sapessi.
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“Extraterrestre portami via, voglio una stella che sia tutta mia. Extraterrestre vienimi a cercare, voglio un pianeta su cui ricominciare…”. E’ lui, Eugenio Finardi. Lui e la sua canzone cult, di sicuro una delle più belle del repertorio del cantante, compositore e musicista milanese. Quel motivo teneva banco in televisione, in ogni fascia oraria, dal mattino al prime time serale: la Fiat l’ha scelto quale motivo dello spot con il quale pubblicizza la Punto EVO. Extraterrestre ed altri successi è un album di Eugenio Finardi pubblicato nel 1998.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Eugenio Finardi, Extraterrestre:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
RE C'era un tipo che viveva in un abbaino DO per avere il cielo sempre vicino SOL RE voleva passare sulla vita come un aeroplano perchè a lui non importava niente DO di quello che faceva la gente SOL RE solo una cosa per lui era importante e si esercitava continuamente DO per sviluppare quel talento latente SOL RE che è nascosto tra le pieghe della mente DO e la notte sdraiato sul letto, guardando le stelle SOL dalla finestra nel tetto con un messaggio RE voleva prendere contatto, diceva: SOL RE MI- DO SOL "Extraterrestre portami via DO SOL RE voglio una stella che sia tutta mia SOL RE MI- DO SOL extraterrestre vienimi a cercare DO SOL RE voglio un pianeta su cui ricominciare RE Una notte il suo messaggio fu ricevuto DO ed in un istante è stato trasportato SOL RE senza dolore su un pianeta sconosciuto c'era un po' più viola del normale DO SOL RE un po' più caldo il sole, ma nell'aria un buon sapore DO è terra da esplorare, e dopo la terra il mare SOL RE un pianeta intero con cui giocare e lentamente la consapevolezza DO mista ad una dolce sicurezza SOL RE "l'universo è la mia fortezza!" SOL RE MI- DO SOL "Extraterrestre portami via DO SOL RE voglio una stella che sia tutta mia SOL RE MI- DO SOL extraterrestre vienimi a pigliare DO SOL RE voglio un pianeta su cui ricominciare!" RE Ma dopo un po' di tempo la sua sicurezza DO comincia a dare segni di incertezza SOL RE si sente crescere dentro l'amarezza perchè adesso che il suo scopo è stato realizzato DO si sente ancora vuoto SOL RE si accorge che in lui niente è cambiato che le sue paure non se ne sono andate DO anzi che semmai sono aumentate SOL RE dalla solitudine amplificate e adesso passa la vita a cercare DO ancora di comunicare SOL RE con qualcuno che lo possa far tornare, dice: SOL RE MI- DO SOL "Extraterrestre portami via DO SOL RE voglio tornare indietro a casa mia SOL RE MI- DO SOL extraterrestre vienimi a cercare DO SOL RE voglio tornare per ricominciare!" SOL RE MI- DO SOL "Extraterrestre portami via DO SOL RE voglio tornare indietro a casa mia SOL RE MI- DO SOL extraterrestre non mi abbandonare DO SOL RE voglio tornare per ricominciare!"
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Accordi Chitarra: Dune Mosse, Zucchero
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Dune mosse di Zucchero.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: SI-, MI, MI7, SOL, RE, LA, RE/LA, MI/SOL#, RE/FA#, LA/MI .
Clicca sui nomi degli accordi di chitarra qui sopra per vedere come si fanno, nel caso non lo sapessi.
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“Dune Mosse” è il quarto brano dell’album Blue’s di Zucchero, pubblicato nel 1987. Si tratta del primo album di grande successo dell’artista: l’album vendette 1.400.000 copie in Italia di cui 115.000 copie prima dell’uscita del disco. È stato il disco italiano più venduto nell’anno 1987. Fino al 1989 era l’album più venduto nella storia della musica italiana, quando venne sorpassato da Oro, incenso e birra sempre di Zucchero. Blue’s vincerà il Festivalbar come album dell’anno. Dune mosse, la vera perla dell’album, l’anno dopo (nella versione strumentale contenuta solo nell’edizione su CD) sarà nella colonna sonora del film Snack Bar Budapest di Tinto Brass con Giancarlo Giannini. Nell’ascoltare Dune mosse, Miles Davis rimase colpito e chiese a Zucchero di poter interpretare il pezzo insieme a lui. Successivamente saranno molte le collaborazioni con artisti importanti come BB King, Sting, Eric Clapton o Luciano Pavarotti.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Zucchero, Dune Mosse:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Un viaggio in fondo ai tuoi occhi SIm MI7 dai d'illusi smammai SIm MI7 un viaggio in fondo ai tuoi occhi SIm MI7 solchero' Dune Mosse. SIm MI7 Don't cry pero' SIm SOL poi.. RE colammo giu' LA e miseri SIm SOL noi... RE guardammo il blu. LA SIm Il mare in fondo ai tuoi occhi MI7 grembi nudi lambi' SIm MI7 il vento in fondo ai tuoi occhi SIm MI7 carezzo' Dune Mosse. SIm MI7 Don't cry e noi SIm SOL poi... RE colammo giu' LA si rimbalzo' SIm SOL e... RE tornammo su. LA Dentro una lacrima RE/LA LA e verso il sole MI/SOL# SOL RE/FA# voglio gridare amore LA/MI uh uh non ne posso piu' SIm vieni t'implorero' RE/LA LA a rallentatore MI/SOL# SOL RE/FA# e nell'immenso moriro! LA SIm Un viaggio in fondo ai tuoi occhi SIm MI7 dai d'illusi smammai SIm MI7 la pioggia in fondo ai tuoi occhi SIm MI7 cancello Dune Mosse. SIm MI7 Don't cry pero' SIm MI poi... RE colammo giu' LA e miseri SIm SOL noi... RE guardammo il blu. LA SIm RE/LA LA MI/SOL# SOL RE/FA# LA/MI SIm RE/LA LA MI/SOL# SOL RE/FA# LA/MI moriro'! SIm Un viaggio in fondo ai tuoi occhi solchero' Dune Mosse SIm un viaggio in fondo ai tuoi occhi SIm solchero' solchero' Dune Mosse! Un viaggio in fondo ai tuoi occhi. SIm
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Accordi Chitarra: Almeno Tu Nell’Universo, Mia Martini
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Almeno tu nell’universo di Mia Martina.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: LAb-, SI-, SI7, SOL, FA#, DO#, FA#-, DO#-, Mib-, LAb, MIb, SI, RE, LA-,SIb, MIb-7, DO#7 .
Clicca sui nomi degli accordi di chitarra qui sopra per vedere come si fanno, nel caso non lo sapessi.
Se non sai ancora suonare la chitarra e vuoi imparare la tua prima canzone puoi scaricare le lezioni di chitarra gratuite di base per partire da zero ed imparare la tua prima canzone in 10 giorni cliccando qui.
Almeno tu nell’universo fu scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 (nella stessa settimana di Piccolo uomo), ma fu lasciato “nel cassetto” per anni perché il contenuto fu ritenuto troppo avanti per quel periodo. Depositato soltanto nel 1979, rimase inedito a lungo, in quanto Lauzi desiderava che a cantarlo per primo fosse proprio Mimì. Nel 1989, quando la ricerca del punto di riferimento era divenuta una tematica più sentita rispetto ai decenni precedenti, la canzone fu infine ripescata e incisa da Mia Martini, che la presentò al Festival di Sanremo di quell’anno, ottenendo il Premio della Critica e una gran quantità di apprezzamenti da parte del pubblico.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Francesco Mia Martini, Almeno tu nell’universo:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Fa# Do# Do#m Mib Sol Sai la gente è strana prima si odia e poi si ama Do# Fa#m cambia idea improvvisamente Mibm Lab prima la verità Do#m Fa# Si7 Sim Sol poi mentirà a noi senza serietà, Do# Fa# come fosse niente Fa# Do# Do#m Mib Sol sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta Labm Do# Fa#m segue il mondo ciecamente Mibm Lab quando la moda cambia Do#m Fa# Si Re lei pure cambia continuamente scioccamente Do# Fa# Tu tu che sei diverso Do# Labm Sib almeno tu nell’ universo Mibm Do# Fa# un punto sei, che non ruota mai intorno a me Do# Fa# Do# un sole che splende per me soltanto, Mibm Do# Lab come un diamante in mezzo al cuore Do# Fa# Tu tu che sei diverso Do# Labm Sib almeno tu nell’ universo Mibm Do# Fa# non cambierai, dimmi che per sempre sarai Do# Fa# Sincero e che mi amerai Do# Mibm7 Lab Do# Do#7 davvero di più di più di più. Fa# Do# Do#m Mib Sol Sai, la gente è sola come può lei si consola Labm Do# Fa#m per non far sì che la mia mente Mibm Lab si perda in congetture, Do#m Fa# Si Re in paure inutilmente e poi per niente Do# Fa# Tu tu che sei diverso Do# Labm Sib almeno tu nell’ universo Mibm Do# Fa# un punto sei, che non ruota mai intorno a me Do# Fa# Do# un sole che splende per me soltanto, Mibm Do# Lab come un diamante in mezzo al cuore Do# Fa# Tu tu che sei diverso Do# Labm Sib almeno tu nell’ universo Mibm Do# Fa# non cambierai, dimmi che per sempre sarai Do# Fa# Sincero e che mi amerai Do# Mibm7 Lab Do# davvero di più di più di più. Do# Fa# Do# Labm Sib Mibm Do# Fa# non cambierai, dimmi che per sempre sarai Do# Fa# Sincero e che mi amerai Do# Mibm7 Lab Do# davvero davvero di più Do# Fa# Do# Lam Sib Mibm Do# Fa# a sfumare
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Accordi Chitarra: La Storia, Francesco De Gregori
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare La storia di Francesco De Gregori.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: FA, LA, SOL-, DO, DO7, RE-, SIb.
Clicca sui nomi degli accordi di chitarra qui sopra per vedere come si fanno, nel caso non lo sapessi.
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“La storia” è un grande brano scritto ed interpretato da Francesco De Gregori e pubblicato nell’album “Scacchi e tarocchi” del 1985. Il titolo dell’album, come l’omonima canzone, si rifà ad un verso di “Io e le cose” del 1984 a firma di Giorgio Gaber ovvero: “Le carte dei tarocchi e poi gli eterni scacchi…”. Il disco che ebbe un ottimo riscontro di vendite e fu ben accolto anche dalla critica è rimasto nella memoria degli appassionati della musica italiana soprattutto per “La storia”, un brano, appunto, che ha segnato la discografia di De Gregori e che ancora oggi è tra i testi più apprezzati del cantautore romano. De Gregori realizza, in questo caso, un’apologia della storia chiarendo che la stessa siamo noi, ovvero, la gente comune e non solo i grandi personaggi del passato. La storia si vive e si scrive giorno per giorno, negli avvenimenti eccezionali ma anche negli, apparentemente insignificanti, atteggiamenti del quotidiano comune. La vita sociale si evolve e cambia insieme all’uomo lasciando segni tangibili del cammino dell’essere umano sulla Terra che col passare del tempo vanno a formare pagine di vera e propria storia della nostra civiltà. La storia siamo noi, nessuno escluso, ed è proprio questa la forza, talvolta spaventosa, della storia di cui nessuno possiede, fortunatamente, la virtù di poterla fermare o cambiare.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Francesco De Gregori, La storia:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Fa La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, Solm siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. Do Fa La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. Rem Sib La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, Do questo rumore che rompe il silenzio Fa questo silenzio così duro da masticare. La E poi ti dicono "Tutti sono uguali, Rem tutti rubano alla stessa maniera". La Ma è solo un modo per convincerti Rem a restare chiuso dentro casa quando viene la sera. Do Do7 Fa Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone, Do Do7 la storia entra dentro le stanze, le brucia, Fa la storia dà torto e dà ragione. La storia siamo noi, Solm siamo noi che scriviamo le lettere, Do Do7 Fa siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere. Rem Sib Do Fa (X2) La E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia) Rem quando si tratta di scegliere e di andare La te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, Rem che sanno benissimo cosa fare. Do Do7 Quelli che hanno letto milioni di libri Fa e quelli che non sanno nemmeno parlare, Do Do7 ed è per questo che la storia dà i brividi, Fa La perchè nessuno la può fermare. Sib Do La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, Fa Rem siamo noi, bella ciao, che partiamo. Sib Do Fa Rem La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano. Sib Do Fa La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano. Rem Sib Do Fa (X2)
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Accordi Chitarra: Acqua E Sale, Mina & Adriano Celentanto
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Acqua e sale di Mina & Adriano Celentano.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: MI-, DO7+, DO, SI-, RE, RE6, LA-, LA-7.
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“Semplici e un po’ banali, io direi quasi prevedibili e sempre uguali, sono fatti tutti così, gli uomini e l’amore…” Iniza così “Acqua e sale” spiegando, quindi, il concetto che sta al centro della canzone cantata da due colonne della musica italiana come Anna Mazzini, ovvero Mina ed Adriano Celentano che si sono uniti per l’album “Mina Celentano” del 1998. Il disco evento conta dieci tracce che hanno come tema unico l’amore. L’abbraccio artistico tra due miti della storia musicale nazionale ha da subito ottenuto un clamoroso successo arrivando a vendere più di 1.600.000 copie e risultando, quindi, per Mina il disco più venduto della sua carriera insieme ad “Attila” del 1979. “Acqua e sale”, in particolare, è stata una delle canzoni più apprezzate del disco ed è stata tradotta anche per il mercato spagnolo nel 2007 dove è stata eseguita con Miguel Bosè con il titolo “Agua y sal” ed inserita nell’album “Todavia” insieme a “Corazon felino”, versione spagnola di “Brivido felino”, cantata con Diego Torres. “Acqua e sale” è stata scritta da Giovanni Donzelli e Vincenzo Leomporro che non sono altro che gli Audio 2, duo molto in voga negli anni ’90 e da diversi anni autori abituali di Mina.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Mina & Adriano Celentano, Acqua e sale:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Mim Do7+ Mim Do7+ Mim Sim Semplici e un po' banali Do7+ Re Io direi quasi prevedibili e sempre uguali Mim Re Sono fatti tutti così gli uomini e l'amore Do7+ Come vedi tanti aggettivi Re6 Che si incollano su di noi Mim Dai che non siamo poi cattivi Mim Sim Tu non sei niente male Do7+ Re Parli bene e mi sorprendi quando tiri forte Mim Re La tua moto dal motore che sento truccato Do7+ Re6 E va bene guidi tu che sei brava più di me Mim E io attendo che sia amore, sai Lam Re Mim Ma io sono con te ogni giorno Re Do Perché di te ho bisogno Re Non voglio di più Lam7 Acqua e sale Re Mi fai bere Sim Mim Con un colpo mi trattieni il bicchiere Lam7 Ma fai male Re Sim Mim Puoi godere se mi vedi in un angolo ore ed ore Lam7 Re Ore piene Come un lago Sim Mim Che se piove un po' di meno è uno stagno Lam7 Re Vorrei dire...non conviene. Sim Mim Sono io a pagare amore tutte le pene Lam7 Re Mim Lam7 Re Mim Mim SIm Vedi divertirsi fa bene Do7+ Re Sento che mi rido dentro e questo non mi conviene Mim Re C'è qualcosa che non va non so dirti cosa Do7+ È la tua moto che sta giù Re6 Che vorrei guidare io Mim O meglio averti qui vicino a me? Lam Re Mim Ma io sono con te ogni giorno Re Do Perché di te ho bisogno Re Non voglio di più Lam7 Acqua e sale Re Mi fai bere Sim Mim Con un colpo mi trattieni il bicchiere Lam7 Ma fai male Re Sim Mim Puoi godere se mi vedi in un angolo ore ed ore Lam7 Ore piene Re Come un lago Sim Mim Che se piove un po' di meno è uno stagno Lam7 Re Vorrei dire...non conviene... Sim Mim Sono io a pagare amore tutte le pene Lam7 Re Mim Lam7 Re Mim
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Accordi Chitarra: Emozioni, Lucio Battisti
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Emozioni di Lucio Battisti.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: SOL, FA#-7, FA#-, MI-7, LA7/4, MI-7, LA-, LA7, LA, RE7+, RE, SI-, SI-7.
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Emozioni è il secondo album ufficiale di Lucio Battisti, pubblicato il 15 dicembre 1970 dall’etichetta discografica Dischi Ricordi. Pubblicato alla fine del 1970, è stato il primo album di Battisti ad aver raggiunto il primo posto in classifica, rimanendovi per due settimane non consecutive fra il gennaio e il febbraio del 1971. Le dodici tracce del 33 giri sono state i primi grandi successi dell’artista reatino, a partire da Fiori rosa, fiori di pesco e Acqua azzurra, acqua chiara vincitrici rispettivamente del Festivalbar 1970 e 1969, fino alle classiche Emozioni e Mi ritorni in mente. Di fatto, a parte Dolce di giorno e Era, tutti gli altri brani sono parte della produzione di Battisti e Mogol che rimarrà impressa nella memoria del pubblico italiano, anche a distanza di anni. Emozioni fu il quarto album più venduto in Italia nel 1971, raggiungendo come picco nella classifica settimanale il primo posto. Emozioni è un brano melodico divenuto un classico della musica italiana e della produzione battistiana. Il testo è uno dei più famosi scritti da Mogol, una riflessione interiore di un uomo, la sua rabbia e il suo dolore che si manifestano dentro di lui, le sue emozioni, che solo lui può sentire.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Lucio Battisti, Emozioni:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Sol Fa#-7 Seguir con gli occhi un airone sopra un fiume e poi Mi-7 la- Re7+ ritrovarsi a volare Sol Fa#-7 Si- e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare Mi-7 La7 un sottile dispiacere Sol Fa#-7 E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire Mi-7 La7 Re7+ dove il sole va a dormire Sol Domandarsi perchè quando cade la tristezza Fa#-7 Si-7 in fondo al cuore Mi-7 La7 come la neve non fa rumore Si-7 La e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere Sol Re se è poi così difficile morire Sol E stringere le mani per fermare Fa#-7 Si-7 Mi-7 qualcosa che è dentro me La7/4 ma nella mente tua non c'è Mi-7 La MI-7 La7 Re Sol Re Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni Mi-7 La7 Re7+ tu chiamale se vuoi emozioni Sol Uscir dalla brughiera di mattina Fa#-7 dove non si vede ad un passo Mi-7 La7 Re7+ per ritrovar se stesso Sol Fa#-7 Si-7 Parlar del più e del meno con un pescatore per ore ed ore Mi-7 La7 per non sentir che dentro qualcosa muore Sol Fa#-7 Mi-7 E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa La7 Re7+ nascere un giorno una rosa rossa STRUMENTALE Sol Fa#-7 Si-7 Mi-7 La7 Si- E prendere a pugni un uomo solo La perchè è stato un pò scortese Sol Re sapendo che quel che brucia non son le offese Sol E chiudere gli occi per fermare Fa#- Si-7 Mi-7 qualcosa che è dentro me La7/4 ma nella mente tua non c'è Mi-7 La Capire tu non puoi MI-7 La7 Re Sol Re tu chiamale se vuoi emozioni Mi-7 La7 Re7+ tu chiamale se vuoi emozioni Mi-7 La7 Re7+ tu chiamale se vuoi emozioni A SFUMARE Re7+ Sol Re Mi-7 Re
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Accordi Chitarra: La Cura, Franco Battiato
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare La cura di Franco Battiato.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: SI-7/LA, FA#-/LA, SOL, SI-, RE, LA, SI-/RE, FA#-, FA#.
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La cura è una canzone scritta dal cantautore italiano Franco Battiato e dal filosofo Manlio Sgalambro per il testo, e dallo stesso Battiato per la musica. È uscita per la prima volta con l’album di Battiato L’imboscata nel 1996. Il brano viene certificato disco di platino con oltre 30.000 copie vendute. Nella canzone, la voce di Battiato si rivolge ad una persona amata con evocazioni ed esortazioni alla guarigione facendo leva sul potere terapeutico della musica e delle parole, ricorrendo a suggestioni filosofiche («Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza»), esotiche («Vagavo per i campi del Tennessee / come vi ero arrivato chissà»), ed oniriche («Più veloci di aquile i miei sogni / attraversano il mare»). Una lettura filosofica del testo della canzone è contenuta nel libro di Giuseppe Pulina, La cura. Anche tu sei un essere speciale (Zona editore, 2010).. Successivamente il brano ha avuto varie rivisitazioni, tra cui quella di Noemi e Silvia Mezzanotte.Viene citato da Checco Zalone nel brano Angela.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Franco Battiato, La cura:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Sim7/La Fa#m/La Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, Sol Re dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. La Sim Fa#m/La Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo Sol Re dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Sim Fa#m/La Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore Sol Re dalle ossessioni delle tue manie Sim Fa#m/La Supererò le correnti gravitazionali Sol Sim lo spazio e la luce per non farti invecchiare. Fa#m/La Sol Re E guarirai da tutte le malattie, Sim Fa#m/La perché sei un essere speciale, Sol Sim ed io avrò cura di te. Fa#m/La Sol Re Sim Fa#m/La Mi Sim/Re La Mi Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato chissà). Sim Re Non hai fiori bianchi per me? La Sol Sim Fa#m/La Sol Re Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare La Sim Fa#m/La Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Sol Re Percorreremo insieme le vie che portano all'essenza. La Sim Fa#m/La I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, Sol Re la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Sim Fa#m/La Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Sol Re Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono. Sim Fa#m/La Supererò le correnti gravitazionali, Sol Sim lo spazio e la luce per non farti invecchiare. Fa#m/La Sol Re Ti salverò da ogni malinconia, Sim Fa#m perché sei un essere speciale, Sol Re Sim Sol ed io avrò cura di te... lo sì, che avrò cura di te. Sim Fa#m/La Sol Re Sim Fa# Sol Sim Fa#m/La Sol Re Sim Fa# Sol
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Accordi Chitarra: Impressioni Di Settembre, PFM
29-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Impressioni di settembre di Premiata Forneria Marconi (PFM).
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: MI-, RE, LA, LA-, SI-, SOL.
Clicca sui nomi degli accordi di chitarra qui sopra per vedere come si fanno, nel caso non lo sapessi.
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Il brano Impressioni di settembre, scritto da Franco Mussida con testo di Mogol e Mauro Pagani, divenne presto uno dei cavalli di battaglia della PFM e un classico della musica italiana. In questo brano viene utilizzato per la prima volta in Italia il moog, strumento simbolo del rock progressivo di quegli anni. Pare che ai quei tempi nemmeno la PFM potesse permetterselo, così che ebbero in prestito l’unico esemplare in possesso dell’importatore italiano. Il brano Impressioni di settembre è stato riproposto in nuove versioni da molti altri artisti.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di PFM, Impressioni di settembre:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Mim Re La Mim Quante gocce di rugiada intorno a me cerco il sole ma non c'è Re La Lam Sim Mim dorme ancora la campagna forse no è sveglia mi guarda non so Mim Re La Mim Già l'odore della terra ha odor di grano sale adagio verso me Re La Lam Sim Mim e la vita nel mio petto batte piano respiro la nebbia e penso a te Mim Re Quanto verde tutto intorno e ancor più in là La Mim sembra quasi un mare l'erba Re La e leggero il mio pensiero vola e va Lam Sim Mim ho quasi paura che si perda Mim Re La Mim Mim Re La Mim Mim Re La Mim Un cavallo tende il collo verso il prato resta fermo come me Re La Lam Sim Mim faccio un passo lui mi vede è già fuggito respiro la nebbia e penso a te Lam Sim Mim No cosa sono adesso non lo so Sol Re sono un uomo sono un uomo in cerca di se stesso La Mim No cosa sono adesso non lo so Sol Re sono solo sono solo col mio passo La Mim Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già Re La Lam Sim Mim il giorno come sempre sarà Mim Re La Mim Mim Re La Mim
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Accordi Chitarra: Piccola Stella Senza Cielo, Ligabue
26-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Piccola stella senza cielo di Ligabue.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: SI-7, SOL7+, RE, LA, SOL, SI-.
Clicca sui nomi degli accordi di chitarra qui sopra per vedere come si fanno, nel caso non lo sapessi.
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Piccola stella senza cielo è un brano musicale scritto e composto da Luciano Ligabue incluso in Ligabue, album d’esordio del cantante, pubblicato nel 1990. Nel 2003, per la promozione dell’album Giro d’Italia, è stata registrata una nuova versione del brano e pubblicata come singolo. Il video per la versione 2003 è stato girato dal regista Giangi Magnoni a Venezia, soprattutto nei sestieri di Cannaregio e Castello (fa eccezione solo la ripresa del Ponte di Rialto), e segue le vicende di una bambina che gioca con una biglia di vetro per una città surreale e deserta, in cui le gondole fluttuano da sole a mezz’aria. Nel 2003 è stata reinterpretata da Dolcenera e inserita nel suo album d’esordio Sorriso nucleare.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Ligabue, Piccola stella senza cielo:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
Intro: Sim7 Sol7+ Re La Sol Sim Sol7+ Cosa ci fai Re La Sol In mezzo a tutta questa gente Sim Sol7+ Sei tu che vuoi Re La Sol o in fin dei conti non ti frega niente Sim Sol7+ Tanti ti cercano Re La Sol Spiazzati da una luce senza futuro. Sim Sol7+ Altri si allungano Re La Sol Vorrebbero tenerti nel loro buio Sim Sol7+ Re La Sol Ti brucerai Piccola stella senza cielo. Sim Sol7+ Re La Sol Ti mostrerai Ci incanteremo mentre scoppi in volo Sim Sol7+ Re La Sol Ti scioglierai Dietro a una scia un soffio, un velo Sim Sol7+ Re La Sol Ti staccherai Perche' ti tiene su soltanto un filo, sai Sim Sol7+ Tieniti su Re La Sol le altre stelle son disposte Sim Sol7+ Solo che tu Re La Sol a volte credi non ti basti Sim Sol7+ Forse capitera' Re La Sol che ti si chiuderanno gli occhi ancora Sim Sol7+ O soltanto sarà Re La Sol una parentesi di una mezz'ora Sim Sol7+ Re La Sol Ti brucerai Piccola stella senza cielo. Sim Sol7+ Re La Sol Ti mostrerai Ci incanteremo mentre scoppi in volo Sim Sol7+ Re La Sol Ti scioglierai Dietro a una scia un soffio, un velo Sim Sol7+ Re La Sol Ti staccherai Perche' ti tiene su soltanto un filo, sai
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Accordi Chitarra: Ci Sei Sempre Stata, Ligabue
26-02-16 di David Carelse
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Accordi Chitarra: ecco gli accordi di chitarra per suonare Ci sei sempre stata di Ligabue.
Gli accordi di chitarra presenti in questa canzone sono: LA, MI, LAb-, FA#-, SI, DO#-.
Clicca sui nomi degli accordi di chitarra qui sopra per vedere come si fanno, nel caso non lo sapessi.
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Ci sei sempre stata è un brano musicale scritto ed interpretato da Luciano Ligabue, estratto come quarto singolo dall’album Arrivederci, mostro!. Il brano è stato prodotto da Corrado Rustici ed è stata resa disponibile per l’airplay radiofonico e il download digitale il 26 novembre 2010. Il video musicale prodotto per Ci sei sempre stata è stato girato interamente in Islanda ed è stato reso disponibile il 10 dicembre sul canale YouTube dell’etichetta discografica Warner Bros Records. Regista del video è Marco Salom Il video ha come protagonisti due giovanissimi attori islandesi: Sigrún Eva Jónsdóttir e Svavar Helgi Ernuson.
Qui di seguito puoi vedere il video del brano di Ligabue, Ci sei sempre stata:
Ecco invece qui di seguito gli accordi di chitarra per suonare il brano:
La Mi Mi La Più ti guardo e meno lo capisco da che posto vieni Labm La forse sono stati tanti posti tutti da straniera Mi La chi ti ha fatto gli occhi e quelle gambe ci sapeva fare Labm La chi ti ha dato tutta la dolcezza ti voleva bene Fa#m La quando il cielo non bastava non bastava la brigata Mi Si eri solo da incontrare ma tu ci sei sempre stata Fa#m La quando si allungava l’ombra sopra tutta la giornata Mi Si La eri solo più lontana ma tu ci sei sempre stata Mi La più ti guardo e più mi meraviglio e più ti lascio fare Labm La che ti guardo e anche se mi sbaglio almeno sbaglio bene Mi La in futuro è tutto da vedere tu lo vedi prima Labm La me lo dici vuoi che mi prepari e sorridi ancora Fa#m La quando il tempo non passava non passava la nottata Mi Si eri solo da incontrare ma tu ci sei sempre stata Fa#m La e anche quando si gelava con la luna già cambiata Mi Si eri solo più lontana ma tu ci sei sempre stata La Si Labm Do#m nemmeno un bacio che sia stato mai sprecato La Si Do#m Si nemmeno un gesto così… così… La Si Labm Do#m nemmeno un bacio che sia stato regalato LA Si Do#m La nemmeno un gesto così… tanto per… così… Mi La più ti guardo e meno lo capisco quale giro hai fatto Labm La ora parte tutto un altro giro e io ho già detto tutto Fa#m La quando il cielo non bastava non bastava la brigata Mi Si eri solo da incontrare ma tu ci sei sempre stata Fa#m La quando il tempo non passava non passava la nottata Mi Si eri solo più lontana ma tu ci sei sempre stata
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Giuseppe Tascapane
Massimo Ranieri non è un cantautore
giordano bruno
Celentano non è un cantautore
giordano bruno
Amor mio di Mina è una canzone di Mogol e Battisti
verde2806
“De gustibus non est disputandum”…io di Ivano Fossati avrei messo “Lindbergh”. Inoltre preferire Amedeo Minghi e I pooh a Lucio Dalla (che non compare neppure in classifica……..)
mah….
Ciro
Aaaaa ma scherziamo Battisti e de André devono essere in equo primi sono i più grandi poi subito dopo Tenco Fossati Lucio Dalla De Gregori Battiato
Ciro
Ma come si fa a mettere uno come Battisti al 12 posto un innovatore assoluto un poeta al pari di De André classifica fatta malissimo non c e niente da fare in Italia i grandi dello spettacolo in generale vengono esclusi bho
Franco
Evidentemente non avete mai ascoltato la vera musica! Ma’ il nome Franco Califano non dice proprio niente?
gioi
i pooh e mina !!! Bah, ma se si devono scrivere corbellerie del genere…..meglio dedicarsi all’ippica
gioi
non scherziamo, a parte il fatto che lo spessore artistico di De andrè è una spanna sopra, ma gran parte dei testi di Battisti glieli ha scritti Mogol
Elena
Solito male italiano in questi commenti, siamo un popolo d negativi. Direi che alcuni artisti menzionati non sono il top per quanto riguarda il titolo, servirebbe menzionare tanti altri artisti, ma bisogna ringraziare chi redige queste classifiche per il tempo che impegna e per averci provato. Io ringrazio questo sito perché ho trovato tanto materiale utile, come le classiche mensili d ogni genere, su questa classifica dico solo che bisogna migliorarla. Continuate così, e soprattutto, siate più positivi nella vita..!
Sandro
Grazie Elena….
Emilio
Lode a Fabrizio De Andre a Lucio Battisti e ai loro talentuosi collaboratori, senza i quali sarebbero stati monchi
Franco
i Pooh ? Nooooo … e non dici una parola sei più piccola che mai mi dispiace devo andare il mio posto è la ….De André si rivolta 🍷🌹 Tenco Gaber Jannacci Dalla
Elia Biondi
Quando si ha la pretesa di fare una classifica di cantautori, bisognerebbe almeno sapere chi tra i citati è cantautore e chi non lo ė. Ė come fare una classifica di cicliclisti inserendo tennisti, golfisti e calciatori. Perché, scrivere boiate pur di scrivere?
Luciano
O